
Circa 25 anni fa ho cominciato la mia lunga e piacevole carriera di Erborista, dopo l'Università dovevo scegliere se andare a lavorare in una Farmacia e vendere "cose" fatte da altri o costruirmi un rapporto con le persone. La scelta che ho fatto è stata una delle migliori della mia vita, dopo mia figlia naturalmente.
Lo dico con orgoglio sono stata una "pioniera" dell'Erboristeria, conosco vita morte e miracoli delle ditte più grosse sul mercato e i loro prodotti.
Ma ho curato sempre in particolare modo la tradizione popolare e proprio in questa ho trovato le migliori soddisfazioni.
Ritornare a quando non esistevano i negozi, quando per raggiungere la "città" bisognava alzarsi alle tre della notte e camminare decine di km.
Quando i dottori si spostavano per le campagne a dorso di mulo e i più fortunati a cavallo, quando si affrontavano da soli tutti i problemi di salute con le "ricette" tramandate dalle nonne.
Nella zona dove abito c'è una tradizione particolarmente affascinante per l'uso e il modo di fare.
La famosa ERBA DELLA PAURA.
****************************************
LA STORIA
In Toscana si usa un'erba che cresce spontaneamente, chiamata volgarmente "erba della paura", in botanica SIDERITE ( Stachys recta ), è conosciuta di più per il suo uso esterno e il popolo l'utilizza per "curare" tutte quelle sensazioni di agitazione ed ansia, caratteristiche dopo piccoli o grandi shock.
E' conosciuta in buona parte della regione ed in alcuni paesi dell'Emilia Romagna. E' presente anche sulle Dolomiti, in Abruzzo e in Val d'Aosta .
LA RACCOLTA
Viene effettuata, secondo la tradizione, il 24 giugno, solstizio d'estate e viene conservata in mazzetti a forma di "pugno" che servono, come dice il popolo "a colpire la paura".
L'USO
Si prepara utilizzando una dose, il "pugno", in circa 4 o 5 litri di acqua (alcuni aggiungono un rametto di foglie di ulivo ,un pizzicotto di sale e un pezzetto di pane) facendo bollire lentamente il tutto per circa 45 minuti.
Il liquido ottenuto, previo intiepidimento e colatura, servirà a farsi "lavare" la paura. Il lavaggio deve sempre essere fatto da un'altra persona e con la stessa mano.
Si procede con l'immersione della mano nell'acqua e si deterge il viso, il collo davanti e le orecchie, le braccia con le mani sia sopra che sotto, le gambe dalla coscia ai piedi compreso il sottopiede, il tutto ripetuto complessivamente per tre volte. Mentre si fa questa operazione devono essere pronunciate queste parole
Col nome di Gesù di Maria
La paura la vada via
Col nome di Gesù e di San Pietro
La paura ritorni indietro.
Si ripeterà per tre giorni successivi che non siano il Martedì ed il Venerdì, quindi i giorni giusti saranno il Sabato, La Domenica ed il Lunedì , o almeno come dicono tutti " I GIORNI SENZA LA ERRE".
IL RISULTATO
E' immediatamente visibile in questo primo lavaggio : se il liquido assumerà di norma un aspetto "borraccinoso", come l'acqua di un fiume inquinato allora la "paura c'è".
Diminuirà al secondo lavaggio fino a scomparire con il terzo.
Se non sarà la paura a creare lo stato d 'alterazione nella persona, allora l'acqua rimarrà limpida fin dal primo lavaggio, procurando comunque uno stato di tranquillità specialmente notturna.
In Toscana alcune donne anziane continuano il tradizionale lavaggio, e tramandano il modus operandi solamente a donne che loro scelgono, mentre solo pochi raccoglitori la cercano.