Ferula; questa pianta mi riporta ai rari momenti di riposo che si concedeva mio nonno davanti alla “casedda” della sua adorata vigna. Con i fusti di questa pianta si costruiva sgabelli e tavolini per consumare più comodamente il pasto in campagna e di ferula era fatto il frialoro che svettava sul tetto della casedda utilissimo nelle mattinate d’estate quando si “insuffarava” la vigna.
Ma la ferula ha una storia antichissima.
Il termine deriva da fero che significa portare, era infatti un valido strumento per portarsi dietro il fuoco e veniva utilizzato già nella notte dei tempi per questo scopo, mi piace immaginarmi navi di fenici con un orcio contenente una ferula che bruciava lentamente.
La Ferula communis è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Apiaceae. Si trova comunemente nell'Europa meridionale e nell'Asia occidentale, dove cresce in terreni aridi e sassosi.
Il fusto della pianta è alto fino a 2 metri, molto robusto e cavo. Le foglie sono grandi e divise in numerosi segmenti, mentre i fiori sono di colore giallo-verde e si sviluppano in ombrelle terminali molto grandi.
La Ferula communis produce una resina di galbanum, che viene utilizzata in profumeria e in medicina tradizionale per le sue proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche, espettoranti e analgesiche.
La pianta è anche utilizzata in cucina come condimento per insaporire alcuni piatti, soprattutto in Medio Oriente. Le parti utilizzate sono le radici giovani, i gambi e le foglie, che possono essere utilizzati freschi o secchi.
Tuttavia, è importante sottolineare che la Ferula communis contiene composti volatili che possono causare irritazioni cutanee e sensibilizzazione allergica. Inoltre, l'uso interno di questa pianta dovrebbe essere evitato durante la gravidanza e l'allattamento e in caso di disturbi gastrointestinali.
In sintesi, la Ferula communis è una pianta erbacea perenne che cresce in terreni aridi e sassosi e produce una resina di galbanum utilizzata in profumeria e medicina tradizionale. È anche utilizzata come condimento in cucina, ma va utilizzata con cautela per evitare eventuali rischi per la salute.
In Grecia antica, si racconta che il Dio Dionisio utilizzava il gambo cavo della Ferula communis, noto come "thyrsus", come uno dei suoi simboli distintivi. Il thyrsus era un bastone decorato con edera e vite, spesso con una pigna o una mela in cima, e veniva utilizzato come strumento rituale nelle celebrazioni dionisiache.
Il gambo della Ferula communis veniva anche utilizzato per fare delle maschere, che venivano indossate dai partecipanti alle celebrazioni in onore di Dionisio. Inoltre, la resina di galbanum prodotta dalla pianta veniva utilizzata nella preparazione di profumi e unguenti utilizzati durante i riti dionisiaci.
Si racconta che Dionisio, mentre viaggiava per il mondo, fosse accompagnato da una processione di esseri strani e bizzarri, tra cui gli asini. Gli asini erano considerati animali sacri a Dionisio e venivano utilizzati per trainare i carri che trasportavano le statuette del Dio durante le celebrazioni.
Inoltre, la Ferula communis veniva utilizzata per costruire dei bastoni rituali, noti come "baculus ferularis", che venivano tenuti dagli asini durante le processioni dionisiache. Questi bastoni venivano adornati con edera, vite e altre piante e rappresentavano il potere rigenerativo del Dio sulla natura.
Inoltre, si racconta che gli asini, a causa della loro natura testarda e ribelle, fossero associati alla figura di Sileno, uno dei compagni di Dionisio, che era noto per il suo carattere burbero e irascibile. Sileno era spesso raffigurato seduto su un asino, mentre teneva un thyrsus di Ferula communis in mano.
Inoltre l'asino è uno dei pochi animali capace di cibarsene senza subirne l’effetto emorragico.
In sintesi, la Ferula communis ha un collegamento con il Dio greco Dionisio, essendo stata utilizzata nelle celebrazioni dionisiache come parte del thyrsus e nella preparazione di profumi e unguenti utilizzati durante i riti.
I greci chiamavano la ferula narthex e da questo deriva il Nartece che indica il luogo in cui l’officiante invitava proprio con il bastone fatto di ferula i penitenti separandoli dal resto della comunità di battezzati.
Altro ricordo
Il piegare la cima della pianta per poi quando sarà adulta ottenere un comodo bastone da passeggio a cui poggiarsi.
E non ultimo la ferula papale che riassume tutte le esposizioni dette.
E che con tutti gli altri simboli entra nell'attualità di questi giorni in cui si aspetta il nuovo PAPA.