"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

giovedì 21 aprile 2011

CISTITE: UN AIUTO DALLE ERBE



Benchè tradizionalmente diverse erbe siano utilizzate nel trattamento della cistite, solo una ha un'efficacia comprovata almeno in qualche misura da studi.

È evidente una qualche efficacia del Mirtillo rosso americano, od ossicocco americano o cranberry (Vaccinium macrocarpon, Ait.) (sotto forma di succo o estratto secco, in capsule o tavolette) nelle prevenzione delle cistiti ricorrenti.
Non è invece dimostrata l'utilità del Mirtillo rosso nelle cistiti acute.
In particolare questo avverrebbe grazie alle proantocianidine di tipo A (PACs) di cui è ricco, che agiscono impedendo l’adesione dei batteri, come ad esempio Escherichia Coli, sulle pareti delle vie urinarie.

Da sottolineare che questa pianta può avere effetti indesiderati, in particolare non deve essere usato con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, quelli che rendono più fluido il sangue.
Pur in mancanza si studi sufficienti, sembra che possa risultare di qualche utilità nelle cistiti acute prendere l'Uva ursina, disponibile come foglie, estratto fluido o secco, tintura madre e polvere.

È da preferire l'estratto titolato e standardizzato in arbutina,che è la sostanza contenuta nelle foglie (è reperibile in farmacia o erboristeria). Non va usata nei bambini, in caso di gravidanza, insufficienza renale e allergia all'acido acetilsalicilico.

Sono utilizzate nelle infezioni dell'apparato urogenitale anche Malva, Altea, Piantaggine, Sambuco, Agrimonia.
Molte di queste piante sono usate in particolare nelle cistiti, ma sono empiricamente, senza conferme scientifiche.

martedì 19 aprile 2011

BUONE REGOLE PER PREVENIRE LA CISTITE



Non ci sono vere e proprie prove scientifiche a supporto dei consigli che vengono normalmente dati per prevenire la cistite, soprattutto se è ricorrente.

Tuttavia si tratta di buone norme di comportamento, basate sull'esperienza, che suggerisce possano essere utili.

Sia per prevenire, sia durante la crisi.



IGIENE INTIMA



- Curare l'igierne intima, specialmente nei giorni del ciclo e dopo un rapporto sessuale, usando detergenti neutri.


- Non eccedere con le lavande vaginali.


- Cambiare spesso gli assorbenti interni (possibilmente non usarli!)



ALIMENTAZIONE



- Combattere la stitichezza, seguendo una dieta ricca di fibre.


- Eliminare dalla dieta cibi molto speziati, insaccati, superalcolici, che possono aumentare l'infiammazione.


- Bere molta acqua (almeno due litri al giorno per diluire l'eventuale quantità di batteri presenti nelle vie uruinarie.



ABBIGLIAMENTO



- Evitare l'uso di indumenti intimi e pantaloni di tessuto sintetico o troppo aderenti, che riducono la traspirazione e favoriscono la congestione dell'area interesata.



COMPORTAMENTI E STILI DI VITA



- Non trattenere a lungo la pipì, per evitare il ristagno di urina nella vescica.


- Svuotare la vesica dopo un rapporto sessuale.

martedì 12 aprile 2011

ERBA DELLA PAURA


Ho notato con piacere che da quando ho postato per la prima volta alcune notizie sull'ERBA DELLA PAURA è nato un certo interesse e curiosità sull'argomento.


Tutto si è arricchito con il tempo grazie ai vostri ricordi, a completamento di una delle nostre tradizioni popolari.


Per quanto riguarda la reperibilità più o meno facile di suddetta pianta, purtroppo devo dirvi che se l'uomo non avesse "estirpato", come è solito fare, le pianticelle spontanee la raccolta adesso sarebbe più facile.


Infatti la Stachys recta viene raccolta quando ci sono i fiori prima che si siano formati i semi che spargendosi nel terreno vicino avrebbero assicurato la raccolta per l'anno dopo, inoltre nessuno dei raccoglitori ha mai tagliato la pianta lasciando le radici vive nel terreno, ma ha estirpato sempre tutto, portando via anche quel poco che avrebbe potuto far rinascere qualcosa.


Solo il tempo e la pazienza, di aspettare che la natura possa rifornirci la possibilità di godere ancora dei benefici di questa piantina dalle virtù miracolose, potranno forse ridarcela.


La mia esperienza di erborista nel campo commerciale mi fa concludere dicendo che le ditte venditrici di piante officinali hanno abolito questa pianta dai propri listini perchè non ne vendevano abbastanza.


Traete voi le conclusioni!

Euro Flora 2011





Per gli amanti delle piante è un appuntamento da non mancare.

Io ci sarò il primo giorno!

martedì 5 aprile 2011

LA ROSA NEL LINGUAGGIO DEI FIORI


Ogni tipo di rosa ha evocato nel linguaggio dei fiori un sentimento o un messaggio.


La rosa bianca, il Silenzio e la Segretezza, ma anche il Candore e l'Innocenza.

La rosa a fiore variegato, l'Amor tradito.

La rosa borraccina, la Bellezza capricciosa;

la canina, l'Indipendenza ma anche la Poesia;

la cappuccina, la Pompa e lo Splendore;

la cannella, la Maturità precoce;

la rosa del Bengala, la Compostezza dell'anima ovvero "Siete bella nella prospera e nell'avversa fortuna".

La rosa della Cina, "Riconciliamoci!"; se però è a fiore rosso doppio indica Dispetto.

Con una rosa di Banks si dice: "Voi siete bella nel riso e nel pianto";

con la gialla si denunciano l'Infedeltà e la Vergogna;

con la rosa muschiata si accusa:"Siete bella ma capricciosa!".

Con la rosa tea si sottolinea la Gentilezza della donna amata,

la muschiata ammonisce che "la Bellezza è caduca",

mentre la multiflora augura fecondità.


Alla Rosa simbolo dell'Uno ineffabile s'ispirò nel XVI secolo Vicino Orsini, l'ideatore del sacro Bosco di Bomarzo, creando il cimiero di famiglia: un orso eretto che regge una rosa d'oro o rossa a cinque petali. Questo fiore allude anche al segreto ermetico sicchè esso è diventato emblema del segreto anche in senso profano. Rose a cinque petali racchiuse in un nimbo venivano scolpite con il medesimo significato nei confessionali e nelle decorazioni delle sale riservate agli affari di Stato.

Secondo un'altra interpretazione più superficiale la rosa è sinonimo di "custode del segreto" poichè nasconde con i petali la sua parte più intima.


Quidquid sub rosa fatur

repetitio nulla sequatur.

Sint vera vel ficta

sub rosa tacita dicta.


Così scriveva nel XV secolo un monaco del convento di Tegernsee:

"Quel che sotto la rosa si dice non si deve riferire. Verità o invenzioni tacite stiano sotto la rosa".

L'espressione sub rosa deriverebbe dall'usanza di appendere il fiore al soffitto delle locande o di avvolgere intorno ai boccali una ghirlanda di roselline per rammentare agli avventori l'obbligo morale di non propalare discorsi tenuti "sotto la rosa".

Anche un proverbio suggerisce:"Amore e affare sotto la rosa dovrai serbare".

Johann Joachim Wickelmann citava all'inizio dell'Ottocento un epigramnma latino che faceva risalire a Eros la paternità della rosa emblema del segreto:


Rosa, fiore di Venere, Eros ti donò aa Arpocrate,

perchè sia segreto ciò che la madre ordisce,

per questo l'oste la rosa sul tavolo appende

perchè quel che sotto di essa è detto l'ospite saggio taccia.


Quell'epigramma si ispirava a una leggenda nata da un equivoco: il dio egizio Arpocrate era stato raffigurato con le dita in bocca a indicare il poppare di un neonato; ma i Romani interpretarono erroneamente quel gesto come un invito a non divulgare i segreti dell'iniziazione ai misteri isiaci.

Un'altra leggenda narrava che nel 479 i generali greci si erano raccolti segretamente in un boschetto di rose per preparare il contrattacco contro Serse. Siccome nulla trapelò dal'incontro, da quel momento il fiore divenne l'emblema del riserbo.


(Alfredo Cattabiani- FLORARIO)

lunedì 4 aprile 2011

da Maruzza Musumeci di A. Camilleri


 ...
«Gnà Pina, ma voi come faciti a sapiri le virtù dell’erbe e dei sciuri?».
«Me l’inzignò mè matri».
«E a vostra matri?».
«Mè nanna. E a mè nanna ci l’inzignò sò matri. Alla prima di tutte,
che si perdi nello tempo dei tempi, ci l’inzignò direttamente il
Signoruzzo».
«Davero?».
«Datemi ‘n’autro bicchireddro che ve lo cunto. Un jorno, tutte le
piante e tutti i sciuri dell’universo criato, s’apprisintarono al
Signuruzzu e ci dissiro accussì: “Signuruzzu, a noi voi ci aviti dato
il potiri di guarire tutte le malatie dell’omo. Sulo che l’omini non
acconoscino ‘sto nostro potiri. Pirchì non glielo rivilate? Accussì,
mischini, soffrino meno supra alla terra e non morino cchiù”. Il
Signuruzzu allura disse: “Se l’omini non morino cchiù supra alla
terra, allura in poco tempo addiventano tanti e tanti che per aviri
spazio sunno obbligati ad ammazzarisi tra di loro. E a mia non mi
piaci che s’ammazzano”. Allura le piante e i sciuri dissiro: “Ma non
ponno moriri senza la sofferenzia della malatia?”. E il Signuruzzu:
“Facemo accussì. Io rivelerò a ‘na poco di vicchiareddre come ponno
curare l’omini con le piante. L’omini che si rivolgino a chiste
vicchiareddre guariranno dalle malatie, l’altri s’arrangiano”. E
questo è quanto. Me lo date un bicchireddro? E viviti macari vui».

MAGIA DELLE ERBE


Vi ricordate che tempo fa vi dissi che avevo trovato un Ricettario del '500 con ricette magiche e afrodisiache.

Ebbene risfogliandolo mi sono divertita a leggere quanti rimedi c'erano per superare gli "inconvenienti" dell'epoca!

Eccone uno che vi farà sicuramente sorridere. Lo riporterò prima nel linguaggio del '500, poi la relativa traduzione per renderlo più comprensibile. ________________________________________


- SECRETO BELLISSIMO PER VEDERE DI NOTTE COME DI GIORNO E LEGGERE OGNI LIBRO


Recipe una palla di chiaro vetro ò cristallo grande quanto una buona pagnotta, e quella empi di acqua di cisterna, distillata per alambicco (1) che sarà più chiara e poi metti la tua candela ò lume dietro la detta palla e vedrai che ti renderà un grandissimo splendore e vederai etc.


(1) Distillata attraverso un alambicco: apparecchio per distillare composto di tre parti: la "cucurbita" o caldaia che viene esposta al fuoco, riempita del liquido da distillare; ad essa è sovrapposto il "duono" o "capitello" o "elmo", da cui si diparte il "condensatore" (un tubo raffreddato o un serpentino immerso in acqua).


- MAGNIFICO SEGRETO PER VEDERE E LEGGERE DI NOTTE COME SE FOSSE GIORNO


Prendi una palla di vetro chiaro o di cristallo della grandezza di una pagnotta di pane e riempila di acqua di pozzo, distillata attraverso un alambicco, perchè sia più limpida. Metti quindi una candela o un lume dietro la palla di vetro e otterrai un intenso chiarore che ti permetterà di vedere come se fosse giorno.