"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

lunedì 31 maggio 2010

SAMBUCO


SAMBUCUS NIGRA

Famiglia CAPRIFOLIACEAE

RICONOSCIMENTO

Alberello o arbusto (6 m) con corteccia grigio scura e rami che all'interno contengono un midollo bianco. Le foglie, di colore verde brillante, sono picciolate, opposte, imparipennate con 5-7 foglioline ovato-lanceolate appuntite, a margine dentato. I fiori sono bianchi profumati, raccolti in vistose false ombrelle piatte, su lunghi piccioli; compaiono a fine primavera-estate. Il frutto è una piccola bacca succosa, che a maturazione assume un bel nero lucente. Comune lungo i viottoli e i torrenti, in incolti e boscaglie, viene spesso utilizzato per formare siepi divisorie fra i campi.

PROPRIETÀ

Sudorifero, bechico, lassativo, risolvente, diuretico.

IMPIEGO

Infuso, decotto, sciroppo, succo e vino per febbre e stati influenzali, per eliminare gli acidi urici e favorire la sudorazione. Per uso esterno cataplasmi di fiori e foglie pestate per emorroidi e ascessi, di soli fiori per geloni e attacchi di gotta. Il decotto è utile in lavaggi per schiarire la pelle del viso e in compresse per scottature e arrossamenti.

In cucina si possono impiegare i frutti per la preparazione di gelatine, marmellate e biscotti; i giovani getti terminali, privati delle foglioline vengono lessati a lungo e serviti come gli asparagi; le ombrelle fiorali possono essere passate in pastella (dolce o salata) e fritte.

AVVERTENZE

Tutta la pianta (ma soprattutto i frutti) consumata in dosi elevate causa nausea, vomito, dolori addominali; va evitata da chi soffre di stomaco debole: non confondere le bacche del sambuco con quelle di altre specie velenose.

CURIOSITÀ

In montagna si trova un altro tipo di sambuco (S. racemosa) con frutti di colore rosso, che ha le stesse proprietà di quello nero.

domenica 30 maggio 2010

Auguri

Le parole sono inutili e ripetitive spero che le immagini possano esprime di più!

venerdì 28 maggio 2010

SPAGHETTI ALLE ERBE


Fate bollire 10 foglie di MALVA, 10 foglie di ALTEA e 3 cimette di BORRAGINE.

Dopo averle scolate aggiungetele a 4 foglie di NEPETELLA (o mentuccia), 2 cimette di ONONIDE, 20 foglie di MELISSA, 10 foglie di SALVIA, 1 manciata di BASILICO e NOCE MOSCATA a piacere in un frullatore, con l'olio necessario e il sale.

Dovete ottenere una pasta omogenea che verserete come una salsa sopra gli spaghetti fumanti.

CORBEZZOLO


ARBUTUS UNEDO
Famiglia ERICACEAE
Detto anche ALABASTRO, FRAGOLONE

RICONOSCIMENTO

Elegante arbusto sempreverde che può assumere la forma di un alberello (10 m). Ha rami decorativi, contorti, con corteccia rossastra e foglie coriacee di forma ovale, con margine seghettato, pagina superiore di un bel verde lucente e inferiore opaca.
Fiorisce in autunno avanzato con fiori bianco-cerulei riuniti in brevi grappoli. I frutti, dette corbe, che permangono poi fino alla fgioritura successuiva, sono tondeggianti e coperti da una buccia spinosa.
Essenza tipica della macchia meditterranea è diffusa nel centro-sud, Veneto e Marche, dalla pianura alla collina. Spesso è presente nei giardini come pianta ornamentale.

PROPRIETÀ

Presenta tannino e un glicoside; è diuretico e stringente, leggermente disinfettante.

IMPIEGO

Decotto della radice per arteriosclerosi; infuso delle foglie per affezioni reumatiche e delle vie urinarie, febbre, diarrea.
Il miele di corbezzolo presenta leggere proprietà balsamiche.
I frutti sono commestibili e vengono usati per fare marmellate e aromatizzare la grappa.

AVVERTENZA
Si consiglia di non mangiare quantità eccessive di frutti poichè possono dare luogo a stitichezza.

giovedì 27 maggio 2010

BELLADONNA


Atropa belladonna
Famiglia Solanaceae
detta anche Solatro maggiore o Parmentana

RICONOSCIMENTO
Erbacea perenne con radice rizomatosa, grossa e carnosa e fusto eretto (50-150 cm). Le foglie sono grandi e ovate, spesso opposte con una più grande dell'altra. I fiori, campanulati a 5 lobi, attaccati mediante peduncolo all'ascella delle foglie, sono di colore bruno-violetto con macchie porpora e compaiono da maggio a settembre. Le bacche, simili a ciliegie, sono lucide e nere. Cresce nella zona montana e submontana di Europa centrale e meridionale, in siepi, boschi e tra i ruderi.Viene coltivata per le virtù terapeutiche.

PROPRIETÀ
Antispasmodica, analgesica.

IMPIEGO
In polvere, estratto o tintura. Al giorno d'oggi non viene più utilizzata al naturale poichè la ricerca permette l'estrazione degli alcaloidi che la caratterizzano e quindi il suo impiego in preparazioni diluite o granuli omeopatici. In tutti questi casi è un utile rimedio contro le sindromi dolorose, nevralgie e asma.

AVVERTENZE
Va sempre somministrata sotto controllo medico poiché è una pianta che può provocare avvelenamenti con delirio, allucinazioni ed effetti anche mortali.

CURIOSITÀ
In passato veniva utilizzata dalle donne per dilatare la pupilla, rendendo lo sguardo interessante.

martedì 25 maggio 2010

LIQUORE DI GINEPRO


Le coccole di ginepro, ovvero le bacche, hanno veramente molti impieghi.

Infatti possono essere usate per aromatizzare le pietanze, per preparare la notissima grappa e il genepì, e anche per realizzare un liquore benefico allo stomaco.

Mettete a macerare in 1 dl di alcool a 75° e in 1 litro di vino bianco ad alta gradazione 15 gr di ginepro (bacche schiacciate) e 2 limoni (scorza, solo la parte gialla) per 15 giorni.

Agitate ogni tanto, quindi, trascorso il tempo indicato, filtrare e consumate il liquore fresco.

Berne 1/2 bicchierino al dì dopo i pasti sarà utile per espellere gli acidi urici e combattere un'eventuale debolezza di stomaco.

SALSA DI RAFANO


Dopo aver pulito qualche etto di radici di rafano (raccolte fresche in autunno), grattugiatele e mettetele in vasetti di vetro con un pizzico d'aceto e olio, proprio come una salsa.

Consumatele 1 cucchiaio al giorno per 20 giorni consecutivi come rimedio contro l'ANEMIA.

Questa salsa di rafano ben di adatta anche per accompagnare PIATTI DI LESSO, se ne sconsiglia però l'uso a quanti soffrono di infiammazioni intestinali, ulcere gastriche, acidità di stomaco, malattie renali.

lunedì 24 maggio 2010

MISURE APPROSSIMATIVE PER LIQUIDI

(riferite all'acqua)

- 1 CUCCHIAINO = 4 - 5 ml o gr

- 1 CUCCHIAIO = 10-12 ml o gr

- 1 BICCHIERINO DA LIQUORE = 30 - 35 ml o gr

- 1 TAZZINA = 60 - 70 ml o gr

- 1 BICCHIERE = 100 - 120 ml o gr

- 1 TAZZA = 120 - 150 ml o gr

MISURE APPROSSIMATIVE PER DROGHE SECCHE

(grossolanamente sminuzzate, in mancanza di una bilancia)

- 1 MANCIATA = 30 - 40 gr di droga

- 1 PUGNO = 8 - 10 gr di droga

- 1 CUCCHIAIO = 5 gr di droga

- 1 CUCCHIAINO = 2 gr di droga

- 1 PIZZICO = 2 - 3 gr di droga

venerdì 21 maggio 2010

SPONDILITE



La spondilite è l'infiammazione acuta o cronica delle vertebre della spina dorsale, e colpisce più comunemente le persone che conducono una vita sedentaria, generalmente dopo la quarantina.

La cura consiste nell'immobilizzazione a letto durante la fase acuta; quindi si ingessa il busto del malato fino a completa guarigione!

POLIURIA


La poliuria è un accesso di urina che si manifesta soprattutto in malattie come il diabete e la nefrite.

Si cura con valeriana di cui si prepara un decotto di radice, e con ononide, di cui anche si adopera la radice, che contiene delle sostanze capaci di far aumentare la diuresi in misura notevole.

SPERMATORREA


La spermatorrea è la perdita dello sperma, liquido seminale, specialmente durante il sonno.

Per evitare questo inconveniente si prenda in due dita d'acqua ogni sera un cucchiaio di estratto di corteccia di salice nero (salice piangente).

Oppure si lascino per tre giorni in un litro di vino bianco o marsala 50 gr di salice nero e se ne prenda un bicchierino ogni sera.


(so che la foto non c'entra niente! ma è una bella foto!)

giovedì 20 maggio 2010

TORCICOLLO


È un'inclinazione duratura del capo verso un lato.

La diagnosi è facile, più difficile è stabilirne le cause.

Il torcicollo di solito insorge in seguito a dolori nevralgici, a influenza, a fratture o lussazioni di vertebre.

In casi più gravi può essere congenito e dovuto a paralisi dei nervi di un lato del collo o ad accorciamento dei muscoli laterali del collo.

Nei casi di torcicollo dovuto a raffreddamento o a dolori nevralgici giova spennellare la parte colpita con una miscela ottenuta lasciando macerare per almeno 24 ore 15 peperoncini rossi in 200 gr di alcool e fasciando poi il collo con una sciarpa di lana calda.


CONSIGLIO
Non mettete una quantità eccessiva di miscela sulla pelle potrebbe crearvi problemi.
Provate prima con una piccolissima quantità meglio essere costanti nell'uso e non nell'abuso!

RONZIO AURICOLARE


È un ronzio ossessivo, di grande molestia per il malato.
Le cause del fenomeno sono varie: eccitazione del nervo acustico, depositi di cerume, anemia, disturbi di tipo nevrotico, otosclerosi, disturbi circolatori.

Spesso le cure possono far scomparire il disturbo, ma col tempo anche i ronzii di origine sconosciuta si attenuano.
Per allontanare questo incomodo disturbo ci si può servire dei tuberi secchi di ciclamino.

Se ne prendono 15 gocce al giorno in due dita d'acqua, con un po' di zucchero.
(VELENOSO!), mettendoli a macerare per 10 giorni in 100 gr di alcool puro a 60°.

mercoledì 19 maggio 2010

PARANOIA


È una malattia mentale costituzionale, ereditaria.
È caratterizzata da un delirio lucido, cioè non esistono alterazioni della coscienza, il delirio si mantiene logico.
Si manifesta con manie di persecuzione, manie di ambizione, di gelosia.
La cura è essenzialmente medica e psichiatrica. Può però essere efficacemente coadiuvata da alcuni rimedi naturali che abbiano virtù calmanti e sedative.
Una volta si attribuivano virtù miracolose contro la paranoia all'elleboro (VELENOSO!), ma erano più che latro credenze popolari ed oggi questa pianta non si usa più.
Sono invece di provata utilità la camomilla, la valeriana, la passiflora.

PERÒ RIPETO, IL MEDICO E LA SUA DIAGNOSI, ACCOMPAGNATA DA UNA BUONA TERAPIA FARMACOLOGICA, SONO INSOSTITUIBILI.

lunedì 17 maggio 2010

SIFILIDE


La sifilide, conosciuta anche come lue (dal greco λύω=sciolgo) e numerosi altri nomi, è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale.

È causata da un batterio (il Treponema pallidum) dell'Ordine Spirochaetales, che si presenta al microscopio come un piccolo filamento a forma di spirale. Il contagio oltre che per via sessuale può estendersi, nella donna gravida con infezione recente, attraverso la placenta al feto che presenta in tal caso un quadro di sifilide connatale con malformazioni che possono interessare: la cute e le mucose, l'apparato scheletrico, l'occhio, il fegato, il rene e il sistema nervoso centrale.

Pertanto questo morbo - scoperto da Fritz Schaudinn e Paul Erich Hoffmann nel 1905 - può essere contratto, nella forma connatale, prima ancora della nascita attraverso il sangue materno infetto o alla nascita, durante la discesa nel canale del parto. Comunque, nella maggior parte dei casi, il contagio (possibile fin dalle primissime fasi della malattia) avviene attraverso i rapporti sessuali. Per i controlli accurati che vengono effettuati prima che il sangue venga trasfuso, sono ormai rarissimi nel mondo i casi di acquisizione della malattia con le trasfusioni. Ad August von Wassermann va il merito di aver scoperto il metodo biologico per fare una diagnosi precisa sulla malattia.

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(da Wikipedia : http://it.wikipedia.org/wiki/Sifilide)

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Quelle poche informazioni che leggerete nel campo fitoterapico sono solo delle curiosità che ho trovato, MAI e insisto a dire MAI nessuno potrà sostituirsi ad un medico, che va consultato immediatamente e che sarà in grado di farvi procedere su un percorso farmacologico giusto e opportuno.

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Quindi la sifilide come avete letto è una malattia venerea infettiva e molto contagiosa.

Ha un'incubazione variabile fra i 15 e i 30 giorni; è dovuta ad un microrganismo, lo SPIROCHETA PALLIDO.

Può essere conseguita anche per contatto prenatale.
È una malattia grave, a lungo percorso, oggi per fortuna piuttosto benigno, grazie alle cure con antibiotici.

È un disturbo di stretta competenza medica, esistono però alcune erbe piuttosto efficaci che coadiuvano la cura. Molto indicato è un decotto di salsapariglia (90 gr) e liquirizia (100 gr), che si fanno bollire in tre litri d'acqua. Si beve a tazzine.

Consigliati sono anche i rimedi a base di dulcamara, di bardana e di saponaria.

sabato 15 maggio 2010

BUONA DOMENICA

ELMINTIASI



È la presenza di vermi nell'intestino, provocata da germi contenuti nei cibi ingeriti; si cura con antielmintici.

Un antielmintico molto efficace viene preparato con semi di zucca in questo modo: si sbucciano circa 100 gr di semi, si pestano nel mortaio e si impastano con 10 gr di zucchero.

Ottimo è ancora lo sciroppo di semi di zucca che si prepara unendo ai semi pestati zucchero, acqua d'arancia e infuso di timo, facendo bollire il tutto.

Insieme a questa cura è bene prendere qualche cucchiaio di olio di ricino, utile per il suo effetto purgativo.

DECALCIFICAZIONE OSSEA


La decalcificazione, ossia la mancanza di calcio nelle ossa, è un malattia tipica della vecchiaia, però in casi particolari può colpire anche i bambini, in forma più o meno grave.

Si consigliano rimedi che contengano grandi quantità di calcio.

Una sostanza ricca di calcio è il guscio d'uovo che può essere così utilizzato: si lascia sciogliere il guscio nel succo di limone per un giorno o due e poi si beve a bicchierini.

LITONTRICI



Sono sostanze che servono per frantumare i calcoli e favorirne l'emissione.
Le erbe che hanno questa funzione risolvente sono la belladonna, il rusco e la violetta.

venerdì 14 maggio 2010

UNA BELLA TISANINA CON L'ASPARAGO?


PARTE UTILIZZABILE

- la radice

PROPRIETÀ DELLA PIANTA
- Come diuretico declorificante
- come aperitivo
- come sedativo del cuore

INDICAZIONI
- Per oligurie dei cardiaci
- per dolori renali
- per idropisie
- per ittero

USO
- In decotto (50 gr per 1 litro d'acqua)

Bollire per 15 minuti e bere 3 bicchieri al giorno, a digiuno.

-In estratto acquoso (da 1 a 4 gr al giorno)

- In sciroppo delle 5 radici (radice di pungitopo, asparago, finocchio, appio (sedano selvatico), prezzemolo - da 60 a 100 g al giorno).

- In succo (da 80 a 100 gr)

RISOTTO AGLI ASPARAGI SELVATICI


Naturalmente per chi non può andare a raccoglierli o perchè non è stagione o perchè è lontano da qualsiasi posto, dove gli asparagi passano nascere, vanno bene anche quelli che si comprano dall'ortolano.


Rosolare un po' di cipolla con olio e versarvi la parte tenera degli asparagi tagliati a piccoli segmenti, poi il riso occorrente.

Coprire con brodo bollente e lasciar restringere.

A cottura finita condite (se volete) con panna e un tuorlo d'uovo.

Per finire parmigiano abbondante.

mercoledì 12 maggio 2010

ASPARAGO


Asparagus officinalis L.

Gigliaceae Asparagoidea dell'Europa e dell'Asia. In Italia si trova qua e là nei luoghi freschi, specialmente sabbiosi. È molto coltivato per i giovani getti (turioni) commestibili.
LA PIANTA

Il rizoma strisciante, breve, emette fusti alti circa un metro (fino a due nelle piante coltivate), grossi 1-3 cm, con foglie ridotte a squame. I rami numerosi e sottili portano squame più piccole, che hanno all'ascella cladodi lunghi fino a un paio di cm, larghi un mm o meno (le cosiddette foglie dell'asparago: le vere foglie invece sono le squame). I fiori sono lunghi circa mezzo centimetro, larghi circa la metà, biancoverdi. Il frutto è una piccola bacca rossa con pochi semi neri relativamente grossi.

LA DROGA

Il rizoma è di colore grigio chiaro, lungo una decina di cm, grosso fino a un paio di cm, tutto coperto superiormente da avanzi o cicatrici dei vecchi fusti (nella parte vecchia) o da grosse gemme. Tanto le gemme, quanto il rizoma sono mascherati da squame larghe e dure. Sulla faccia inferiore sono inserite le radici numerose, grosse mezzo cm circa, carnose, lunghe anche qualche decimetro, alquanto tortuose e irregolari, semplici. Rizoma e radici sono molto tenaci e difficili da troncare. Frattura quindi molto fibrosa; superficie di sezione biancastra. La sezione del rizoma mostra numerosi e sottili fasci delle monocotiledoni; quella della radice mostra la corteccia bianca, rivestita da sughero spesso e duro: il cilindro centrale è grosso circa 1 mm. L'odore è gradevole, il sapore dolciastro. Mancano l'amido e il tannino.

Si liberano dalla terra e si seccano interi, lasciando anche le radici.
Seccando, le radici per lo più si fanno grinzose; spesso però rimangono cilindriche e distese e diventano spugnose all'interno, in modo che si schiacciano facilmente.

Si usa come diuretico.
È poco richiesto.

lunedì 10 maggio 2010

ROSA


La ROSA un fiore che tutte le donne hanno sempre ricevuto in regalo.
Il mio ricordo è legato solo ad una persona.... mio padre.
Nel mese di maggio la prima rosa del nostro giardino era la mia, il primo bocciolo.
Nessuno mi ha più regalato una rosa.
Solo l'anno scorso una persona a me molto cara l'ha fatto il giorno del mio compleanno.
La rosa il simbolo che metto sempre accanto al mio nome.

COCOMERO ASININO (Elaterio)


ECBALLIUM ELATERIUM A.Rich.

(Momordica Elaterium L.) Cucurbitaceae delle regioni attorno al Mediterraneo. In Italia si trova dal mare alla collina, abbondante in certi incolti presso il mare.
VELENOSA!


LA PIANTA

È un'erba perenne con fusto strisciante e ascendente, lungo anche un metro o più ,generalmente con rami brevi, eretti, piuttosto grossi e carnosi. Non ha cirri. Le foglie hanno il picciolo lungo, eretto, la lamina grossa, quasi triangolare a base astata e margine ondulato e più o meno intaccato. I fiori sono ascellari, piccoli (poco più di 1 cm), giallicci, monoici; i maschili sono in piccoli racemi e hanno 5 stami (uno libero e 4 saldati in due coppie); i femminili sono solitari, con ovario infero e peduncolo eretto e lungo, che si allunga ancora di più dopo la fecondazione e si incurva bruscamente alla sommità, dalla quale viene quindi a pendere il frutto ellittico-oblungo (lungo 4-5 cm,grosso 2-3 cm), verde giallo. L'endocarpo a maturità è acquoso e mucillaginoso ,amarissimo; quando il frutto si stacca dal peduncolo, all'inserzione si forma un foro, dal quale schizzano il liquido e i semi, ellittici, lunghi 3-4 mm, grossi circa 2 mm, bruni.
Tutte le parti verdi della pianta, compreso il frutto, sono ruvidissime, coperte di setole brevi e rigide.

LA DROGA

Il succo del frutto non maturo, raccolto e seccato, da l'elaterio, contenente glucosidi e resina ai quali deve la sua azione drastica violentissima.
Da noi non è richiesto.

venerdì 7 maggio 2010

FORMICHE


Se le formiche assalgono la vostra cucina,si può provare ad allontanarle spargendo nei punti di passaggio una miscela di CHIODI DI GAROFANO, PEPE ROSSO e volendo anche dello ZOLFO.

Oppure preparate un antico e ottimo insetticida in polvere fatto in casa di ACIDO BORICO, PIRETRO e PEPE.

Spargetelo nell'area infettata e sulla soglia della cucina.

FRITTELLE DOLCI DI SARACENO


(Invito alla macrobiotica)

PER 4 PERSONE:

- 1 tazza e 1/2 di farina di saraceno
- 3 tazze di acqua
- un pizzico di sale
- 1/2 tazza di mandorle tostate
- qualche goccia di acqua di fiori d'arancio
- 1/2 tazza di uvetta
- pangrattato

In 3 tazze d'acqua bollente salata, mettete la farina di saraceno, le mandorle tritate, l'acqua di fiori d'arancio, l'uvetta.
Quando riprendete il bollore, coprite e lasciate cuocere a fuoco basso per 1/2 ora.
Fate raffreddare.
Tagliatela poi a fettine di circa 2 cm di spessore e passatela nel pangrattato.
Potete allora friggerle in olio di frittura o passarle in una padella unta d'olio, finché non diventano ben croccanti.
Servite calde.

giovedì 6 maggio 2010

ASPIC DI VERDURE


(Invito alla macrobiotica)

PER 4 PERSONE:


- 1 tazza di piselli o di fagiolini o di cavolfiore
- 1 pezzo di alga kombu di 6 cm
- 3/4 di sbarra di agar-agar
- 2 cucchiaini di shoyu
- 1 cucchiaio di semi di sesamo
- foglie di crescione
- 3 tazze d'acqua

Fate bollire l'acqua con la kombu. Levatela e aggiungete le carote tagliate a quadrettini piccoli. Lasciatela cuocere per 10 minuti. Levatela.
Mettete nella stessa acqua i piselli (o un'altra verdura dura) e fateli cuocere un po' al dente.
Lavate l'agar-agar, strizzatela ,fatela a pezzetti.
Quando i piselli saranno cotti, levateli, mettete l'agar-agar nell'acqua di cottura e fatela cuocere per 10 minuti.
Aggiungete lo shoyu, le carote e i piselli.
Versate tutto in una teglia che avrete prima passata sotto l'acqua fredda.
Abbrustolite i semi di sesamo, e quando l'aspic si sarà rappreso un po', spargeteli sopra.
Lasciate raffreddare finché non si addensi.
Tagliatelo a quadrettini di circa 8 cm e servite con delle foglie di crescione come guarnizione.

martedì 4 maggio 2010

MERCORELLA





Erba bienne della famiglia delle Euforbiaceae, comunissima dal mare ai monti in tutta Italia nelle siepi e tra le macchie ombrose e fresche.

I principi attivi contenuti dalle foglie sono costituiti da mercurialina (alcaloide), un principio amaro e una materia colorante.

Se ne adopera il succo per arrestare la secrezione lattea, sia somministrato in una tazza di brodo, in dose di gr 10, sia per clistere, in dose di gr 100 di succo in adatta soluzione mucillaginosa.

La decozione di foglie, gr 15 in gr 500 di acqua, è lassativa.

MELONCELLO







Erba glabra della famiglia delle Rosaceae, comune nei prati umidi della zona submontana e subalpina nelle Alpi e talora negli Appennini.

Tutta la pianta contiene molto tannino e viene adoperata, come astringente, nella cura delle malattie intestinali e nelle enterocoliti infantili.

La decozione di radice si prepara con gr 6 di radice in un litro d'acqua.