"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

sabato 29 novembre 2008

MIELE: NO SOTTO L'ANNO


Immergere il ciuccio nel miele è un'abitudine da abbandonare. E non solo perchè contribuisce ad assuefare i piccoli ai sapori dolci e favorisce la comparsa della carie. Questo prezioso alimento è controinicato nei bambini sotto l'anno di età (alcuni produttori di miele, per sicurezza lo scrivono a chiare lettere sulle confezioni). Il miele, infatti, può contenere spore di Clostridium botulinum, innocue nella maggior parte dei casi, ma potenzialmente pericolose nei lattanti che hanno ancora il tratto intestinale immaturo.
Queste spore infatti, nei lattanti possono colonizzare il tratto intestinale e liberare successivamente la tossina botulinica, responsabile del botulismo infantile.
Questa intossicazione, potenzialmente mortale, è una particolare forma di botulismo causata non dall'assorbimento diretto della tossina, quanto dall'ingestione delle spore, innocue per l'adulto e per i bambini più grandicelli. Nei grandi, infatti, non sono in grado di svilupparsi e di produrre la tossina. Ecco perchè il miele può essere insidioso nei primi mesi di vita e può far parte dell'alimentazione dei piccoli a partire dall'anno di età.

venerdì 28 novembre 2008

GRAPPA DI EUCALIPTO (liquore)


INGREDIENTI:

- 1 litro di grappa secca
- una manciata di foglie di eucalipto
- g 40 di miele

Fate macerare l'eucalipto in 1/4 di grappa dentro un vaso chiuso per 30 giorni agitando di tanto in tanto. Trascorso il periodo filtrare e preparare a parte la solita soluzione di miele e grappa riscaldandola lentamente a bagnomaria. Unitela al filtrato e consumate il liquore fresco nella dose di un bicchierino un'ora dopo i pasti.

La grappa di eucalipto vi solleverà dai disturbi delle vie respiratorie : tossi, catarri bronchiali, raffreddori.

POT-POURRI


Fate seccare fiori e piante separatamente, poi mescolateli; erbe aromatiche e spezie in polvere dovranno essere aggiunte per ultime. Se usate olii profumati, mescolateli con un poco di polvere di IRIS finchè siano assorbiti, poi aggiungeteli al vostro miscuglio. Prima di usarlo, conservatelo per un mese in un vaso a chiusura ermetica


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Pot-pourri alla lavanda

- g 250 fiori di lavanda senza gambo
- g 20 timo secco
- g 20 menta secca
- g 40 sale da tavola (ben asciutto)
- g 10 chiodi di garofano in polvere
- g 10 semi di carvi in polvere

Da preparare secondo le indicazioni. Altre erbe e fiori adatte per un buon miscuglio sono : i garofani, i fiori d'arancio, le foglie d'alloro, il macis, la polvere di cedro, la noce moscata, la verbena limoncina, le violette, la maggiorana, il basilico, le scorze di arancia e limone.

venerdì 21 novembre 2008

IL GINEPRO


Ginepro
(Juniperus communis L.)

Descrizione:
Arbusto legnificato e ramificato fin quasi dalla base, cresce nei pascoli sassosi e nelle brughiere fino ai 2500 metri, in posizioni soleggiate. Le foglioline rade sono puntute come aghi. Il nome deriva dal sapore delle bacche:"juniperus"significa acre.

Parti usate:
I frutti (coccole)detti bacche, vengono raccolti quando sono neri, a piena maturità, a fine estate-inizio autunno del secondo anno. Essiccare rimuovendoli spesso.

Proprietà curative:
Contiene terpeni, per cui è eliminatore dell'acido urico, disinfettante delle vie urinarie e delle vie aeee superiori, profuma l'alito.

Indicazioni:
Cistiti, gotta e reumatismi, oliguria e bronchiti, riniti e tosse da raffreddamento.

Modalità d'uso:
In infuso, preparato con un cucchiaino per tazza se ne bevono 2-3 azze al giorno lontano dai pasti. La pianta, bruciata in ambienti chiusi e maleodoranti, li rende profumati; oppure serve ad affumicare il prosciutto.

AVVERTENZE
Limitare l'uso sia come dosi che come periodo di asssunzione; proibito a chi è in gravidanza o ha infiammazioni renali e intestinali.
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LA RICETTA
CAVOLO VERZA ALL'ACETO:
Soffriggere delle fettine di pancetta arrotolata o affumicata con cipolla, uno spicchio d'aglio ed una punta di peperoncino. Versarvi la verza tagliata sottile, alcune bacche di ginepro, coprire con acqua o brodo, due o te cucchiai di buon aceto rosso, sale. Cuocere circa 1 ora.

mercoledì 19 novembre 2008

ACETO AI LAMPONI O AI RIBES O ALLE MORE


INGREDIENTI:
- 1 litro di aceto di vino
- g 300 di lamponi
Privare i frutti dei piccioli, lavarli rapidamente in acqua ghiacciata e farli asciugare perfettamente all'aria. Metterli quindi in un vaso di vetro con imboccatura larga: versarvi l'aceto e far macerare per almeno 30 giorni, scuotendo di tanto in tanto il vaso. Trascorso il tempo indicato, filtrare, senza premere, e travasare in bottiglia.

E' ottimo per condire insalate di frutta, di funghi coltivati, insalate verdi o con formaggi. Viene utilizzato ottimamente per deglassare fondi di carne bianca.

NOTA: con lo stesso procedimento e gli stessi quantitativi, si preparano l'aceto ai ribes e l'aceto di more.

UN SUGGERIMENTO: per ottenere un aceto più aromatizzato, trascorso il periodo di trenta giorni, filtrarlo in un altro recipiente, aggiungendo altra frutta nella stessa proporzione e tenendolo a macerare, per altri 15 giorni, in un luogo fresco e buio.

martedì 18 novembre 2008

L'OLIO VERDE


Il nostro amico Indi ha trovato questa "chicca"
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"La Sicilia" 23 Settembre 2003

Anche olio e sapone realizzati con l'«oro verde»E' rinomata la versatilità del verde pistacchio che permette a pasticceri e cuochi brontesi di realizzare dolci e piatti prelibati. Si sa che con l'«oro verde» si realizza il miglior gusto di gelato, si arricchiscono primi e secondi piatti e si produce una crema da leccarsi i baffi. Si solo ipotizzava, invece, almeno fino a ieri, che dal pistacchio si potesse realizzare un olio sopraffino ed un sapone delicato e che potesse essere utilizzato dall'industria cosmetica. E' questa la novità che propone la Sagra del Pistacchio. Dopo tanto discutere, infatti, l'azienda propone olio e sapone realizzati con l'«oro verde» e lo esporrà durante la Sagra, mostrando per la prima volta i risultati di un approfondito studio: «Sono poco conosciute - ci dice la dott. Luisa Trovato de «Gli inimitabili» - le qualità cosmetiche del pistacchio. Dagli anni sessanta in poi, infatti, è stato adoperato in gastronomia, pasticceria e gelateria. La specie presente nel territorio di Bronte, che ha caratteristiche uniche nel suo genere, invece ci permette di introdurre un utilizzo cosmetico».
Interessante la lavorazione per ottenere sapone e olio: «La lavorazione del sapone avviene a freddo - continua la dott. Trovato - si effettuata in due fasi, ed alla fine viene aggiunto olio pressato sempre a freddo, conferendo al sapone la caratteristica di un vero e proprio prodotto di cosmetica.«Per quanto riguarda l'olio - conclude - che non viene raffinato ma solo filtrato, mantiene integre tutte le sue componenti, ed è indicato per ogni tipo di pelle, molto indicato non solo per rassodare, ma anche per evitare le smagliature».
Note informative dell'Azienda "Gli inimitabili" sul pistacchio di Bronte in cosmetica

"Olio": La varietà di "pistacchio" presente nel territorio di Bronte, è l'unica da cui è possibile effettuare l'estrazione dell'olio, mentre, antieconomico risulta l'estrazione da altre varietà, visto che, la resa di quella brontese è 10 volte superiore.La resa della produzione 2003 è quantizzabile nella percentuale del 13%, con un ulteriore uso della pasta del pistacchio, già precedentemente lavorato. La materia prima viene sottoposta a sterilizzazione tramite raggi gamma. L'estrazione avviene per pressione a freddo, la separazione della pasta per sedimentazione; l'olio non è raffinato, per conservare il contenuto naturale di acidi grassi polinsaturi, vitamine, in particolare i tocoferoli. L'intero ciclo di lavorazione è in condizioni di asepsi.Numerose sono le ricerche effettuate sull'olio di pistacchio, ma il costo eccessivo della materia prima, ha fatto abbandonare la produzione, ma tutti concordano nel considerarlo tra i migliori oli di cosmetica al mondo.

"Pane di non sapone di pistacchio": Il mercato offre una gamma di saponi solidi e liquidi (bagno schiuma ecc...), con colori smaglianti, schiuma facile, profumi invitanti. Tali prodotti sono una combinazione di sostanze che danneggiano la cute. Spesso i costituenti sono grassi irranciditi o contenenti acido laurico (sostanza dannosissima per la cute), additivi coloranti come l'ossido di titanio, emulsionanti, SLS (Sodium Lauryl sulfate) o idrossidi, che non solo disseccano la pelle, ma per sfregamento vengono assorbiti. Queste sostanze sono in grado di agire come irritanti primari, tossici secondari e non ultimo come allergizzanti. In particolare i prodotti liquidi sono sconsigliabili e pericolosi, agiscono sull'intera epidermide del corpo e facilitano la penetrazione rei loro additivi nel derma. Ne possono conseguire una serie di disturbi quali allergie e altri che spesso sfuggono al medico, il quale difficilmente pensa a questa origine. La lavorazione a freddo avviene in due fasi, al fine di non alterare i costituenti e l'olio aggiunto alla fine, conferisce la caratteristica di un vero e proprio prodotto di cosmetica. "Bagnocrema e Cuore di pistacchio-crema": Assenza di additivi, conservanti, emulsionanti. L'emulsione è data dall'utilizzo di ultrasuoni. La particolare lavorazione dà un prodotto amicrobico, attivo, con elevato standard di controllo di qualità.L'assenza di conservanti ed additivi da sì che i prodotti vengano adoperati per oltre un anno.

sabato 15 novembre 2008

LE 13 PROPRIETA' SALUTARI DEL TE' VERDE


E' generalmente noto che il Tè verde apporta dei benefici salutari, ma non tutti sanno esattamente quali.
Ecco qui i benefici derivanti dal consumo di Tè Verde:

1. Abbassa i livelli di colesterolo ''cattivo'' (LDL) ed aumenta proporzionalmente i livelli di colesterolo ''buono'' (HDL). Ciò dimostra perchè coloro che bevono spesso Tè Verde possono mangiare anche il doppio di alimenti contenenti colesterolo tenendo sotto controllo i livelli di LDL.

2. Ferma la creazione di grumi di sangue che sono la causa della trombosi. Ciò è importante se consideriamo che la trombosi è una delle cause più frequenti di infarto.

3. Riduce la alta pressione sanguigna reprimendo l'angiotesina che causa appunto pressione alta.

4. Riduce i livelli di zucchero nel sangue. Inatti i polifenoli ed i polisaccaridi sono due importanti antiossidanti contenuti nel Tè verde che sono particolarmente attivi nel ridurre i livelli di zucchero nel sangue.

5. Protegge il fegato contro le tossine quali alcool e agenti chimici contenuti nel fumo delle sigarette.

6. Promuove la salute orale sopprimendo la creazione di placca e distruggendo i batteri che formano la placca stessa. distrugge anche i batteri che causano alito pesante.

7. Combatte i radicali liberi che causano l'invecchiamento.

8. Rinforza il sistema immunitario grazie all'alta concentrazione di polifenoli e flavonoidi.

9. Ha Proprietà antibatteriche ed antivirali. Recenti studi dimostrano che il consumo continuo di Tè Verde, inibisce la crescita di molti virus ed accelera la capacità di recupero da raffeeddori ed influenza. Inoltre elimina che alcuni batteri del sangue come staffilococchi, clostridum.

10. Stimola il Metabolismo, i processi brucia calorie ed è universalmente consigliato come un importante componente di una dieta salutare.


11. E' importante sapere che il Tè Verde è il solo Tè ad avere queste proprietà. Infatti il Tè Nero ad esempio, anche provenendo dalla stessa pianta del Tè, non apporta gli stessi benefici poichè viene prodotto fermentando le foglie del Tè e perde molti benefici salutari durante questo processo.

12. Il miglior modo di preservare tutti i benefici del Tè Verde è berlo costantemente (3,4 tazze al dì) e consumarlo appena preparato. Le bevande pronte a base di Tè verde che si trovano in commercio, non conservano le stesse caratteristiche di una sana tazza di Tè verde in foglia.

13. Inoltre bisogna fare una distinzione tra il Tè Verde sfuso in foglia ed il Tè in bustine che si trova in commercio. Vi siete mai chiesti perchè il Tè sfuso in foglia costi di più?
E perchè in oriente non vi servono mai bustine, ma bensì si consuma esclusivamente Tè sfuso in foglia?
La risposta è semplice: provate ad aprire una bustina di Tè e vedrete che il contenuto è formato da piccole parti della pianta del Tè. Invece il Tè sfuso in foglia è composto escusivamente dalle foglie più giovani della pianta del Tè, colte in un particolare periodo dell'anno. Sono queste foglie e solo queste che forniscono i preziosi benefici salutari caratteristici del Tè Verde.

"TISANE DIMAGRANTI"



Il principio per fare una tisana valida per il trattamento dell'obesità è, secondo Weiss (1992), molto semplice: occorre, cioè, prescrivere un lassativo, un diuretico, un antidiscrasico (agisce su metabolismo) e un carminativo (toglie l'aria dallo stomaco e intestino) per ridurre i disturbi dovuti al lassativo (sena, frangula, tarassaco, prezzemolo, finocchio, menta). In questo modo viene stimolata l'azione di eliminazione delle tossine attraverso tutte le vie.
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PRIMA TISANA
g 10 sena
g 10 frangula
g 20 tarassaco
g 20 prezzemolo semi
g 20 finocchio semi
g 20 menta
Mettere 2 cucchiai da minestra in 1/2 litro d'acqua in infusione per 30 minuti e bere al mattino,anche fredda.
Questa tisana a lungo andare può debilitare l'organismo, pertanto occorre limitarne l'uso nel tempo: si consiglia di assumerla per pochi giorni nei momenti critici del trattamento.

SECONDA TISANA
Corteccia di betulla 70 grammi per 1 litro d'acqua: fare un decotto per 5 minuti,filtrare e bere in due volte durante la giornata.

TERZA TISANA
g 30 fucus polvere
g 10 betulla polvere
g 10 coriandolo polvere
g 20 anice stellato polvere
g 10 sena foll.polvere
g 10 liquerizia polvere
Mettere 1 cucchiaino da tè dopo i pasti in ostia,o sciolto in acqua calda.

QUARTA TISANA
g 30 fucus
g 20 betulla
g 30 tiglio
g 10 equiseto
g 10 marrubio
Infuso: 1 tazza tre volte al dì.
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FAME NERVOSA
Prima tisana
g 40 lavanda fiori
g 40 arancio fiori
g 50 maggioranza foglie
g 50 tiglio fiori
Mettere 50 g del composto in un litro d'acqua bollente. Lasciare in infusione per 15 minuti e filtrare. Bere 2-4 tazze al dì.

Seconda tisana
g 25 valeriana
g 25 menta
g 25 arancio fiori
g 15 tiglio fiori
g 20 camomilla fiori
Infuso: 1 cucchiaino per tazza d'acqua bollente. Lasciare in infusione per 15 minuti e filtrare. Bere 1-2 tazze al dì.

giovedì 13 novembre 2008

LIQUERIZIA



Chi di noi non ha mai assaggiato la vecchia cara dolce liquerizia e si è ritrovato la bocca tutta nera?
Questo qualche anno fa, perchè adesso di nero c'è solo il colore del pezzo.
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GLYCIRRHIZA GLABRA L.
Leguminose
liquerizia,(E) licorice,(D) Sussholz,(F) règlisse

La "dolce radice" è una pianta diffusa tra il Mediterraneo e l'Asia(Cina); viene coltivata in Italia particolarmente nelle regioni centrali e meridionali, in Spagna, Turchia, Russia, sia a scopi officinali che per l'impiego nell'industria dolciaria. La liquerizia si comporta come specie infestante, invadendo rapidamente i coltivi. Si tratta di una pianta erbacea perennante, con foglie pennatosette e infiorescenze a grappolo, che raccolgono fiori papilionati color viola. I baccelli lomentacei contengono tra tre e cinque semi. Dalla pianta, robustamente radicata, si diffondono dei rizomi legnosi, che si sviluppano orizzontalmente, internamente colorati di giallo.
La liquerizia si raccoglie allo stato spontaneo o viene coltivata in Calabria, la più importante zona di produzione, mentre più modesto è il prodotto in Abruzzo, Puglia e Sicilia. Fin all'epoca feudale, la raccolta andava a integrare la produzione dei cereali, poichè le piante si sviluppavano dopo la raccolta del frumento. Numerose erano le fabbriche calabresi che trattavano i "conci"(le radici) a Castrovillari, Altomonte Bisignano; per ogni 100kg di radici si estraggono circa 20-25 kg di succo. L'estensione delle colture degli agrumi ha portato all'eliminazione progressiva della liquerizia, considerata infestante. Negli anni Ottanta in Calabria si sono prodotti 5000-6000 tonnellate di radici fresche.
La massa bruno-nera, raffreddando solidifica. Il sapore dolce è determinato dal glicoside glicirrizza, che ha un sapore dolcificante 50 volte superiore a quello del saccarosio; il sapore è però estremamente caratterizzato, di conseguenza non può essere utilizzato come succedaneo dello zucchero comune. Dalle radici e dai rizomi, raccolti d'autunno, si estrae la droga mediante bollitura e filtrazione successiva. I fasci di radici, portati dall'industria, sono prima suddivisi nelle parti diritte, a bastoncino regolare, messe in commercio tali e quali, mentre dalle rimanenti radici e dal resto si prepara l'estratto. Il prodotto solidificato viene preparato in stecche("bilie"). Ad uso officinale si preparano le radici decorticate e tagliate a pezzettini ("taglio tisana"). La liquerizia viene utilizzata dall'industria dolciaria e da quella farmaceutica, in questo caso soprattutto per prodotti contro la tosse. Nell'industria liquoristica entra a far parte degli amari e dei liquori di "erbe",può anche essere utilizzata come aromatizzante di tabacchi da pipa, oltre che di alcune birre. Le proprietà medicinali della liquerizia sono note fin dall'antichità, soprattutto quelle emollienti, diuretiche ed espettoranti.

Una "radice dolce" spontanea nelle zone temperate d'Europa è la Felce dolce, detta anche Liqueriza di monte (Polypodium vulgare L.); si tratta di una crittogama vascolare, dal cui robusto rizoma orizzontale, superficiale e bitorzoluto, coperto da squame brune e all'interno biancastro, si diparte una fronda quasi pennatosetta a lobi digitiformi. Il rizoma, masticato, ha sapore dolciastro, fresco, vagamente simile alla liquerizia; possiede azione colagoga, purgante, vermifuga.

Lo spumante per bambini!

Indovinate gli ingredienti.

riporto da un altro blog poiché la cosa mi disgusta mi scuso ma riporto il link

http://malarablog.wordpress.com/2008/11/06/cera-una-volta-laranciata/

Ieri mi sono imbattuto in questa bella novità (almeno per me): lo spumante per bambini! Evviva! Ne sentivamo veramente il bisogno...
Devo ammettere che l'idea non è male, gli espetti del marketing che si sono inventati questa cosa hanno meritato il loro stipendio. I bambini non si sentiranno esclusi dai brindisi degli adulti e si abitueranno sin da piccoli a stappare una bottiglia in occasione delle feste, gli esperti di marketing ottengono così un doppio risultato: bambini felici e fidelizzati!
La cosa che però mi fa più schifo sono gli ingredienti (si non ho resitito, ho strappato l'etichetta e me la sono portata a casa...) che adesso vi elencherò approfondendo i loro possibili effetti collaterali (tumori, allergie etc etc).

Etichetta dello spumante per bambini Winx Club Party

"Bibita frizzante al gusto fragola, adatta a tutte le feste dei ragazzi.
Ingredienti: acqua, zucchero, anidride carbonica, correttore di acidità: E330, aromi naturali, edulcoranti: E950, E952, E954, conservanti: E202 E211, coloranti: E122, E131. Contiene una fonte di fenilanalina. Servire freddo. Senz'alcol."

Vediamo adesso cosa si nasconde dietro tutte queste sigle.

E330: Acido citrico. Non dovrebbe essere tossico o concerogeno.
E950: Acesulfame potassico. Edulcorante artificiale. Per molti cibi il suo uso non è stato approvato; The Center for Science in the Public Interest (CSPI) include questo dolcificante nella lista dei dieci peggiori additivi alimentari. Causa il cancro negli animali da esperimento e aumenta il rischio di tumore nell'uomo.
E952: Acido ciclamico. Edulcorante artificiale. Noto per causare emicrania e altre reazioni, può essere cancerogeno, ha causto danni ai testicoli delle cavie da esperimento. Vietato negli USA e nella Gran Bretagna a causa del forte rischio di cancro!
E954: Saccarina. Docificante artificiale. Fin dalla sua introduzione la saccarina è stata al centro di preoccupazioni sulla sua potenziale nocività. Durante gli anni '60 diversi studi hanno suggerito che la saccarina fosse un cancerogeno per gli animali. Da allora molti studi sono stati condotti sulla saccarina, con risultati controversi; lo studio del 1977 è stato criticato per via delle altissime dosi di saccarina date ai ratti, un valore ritenuto assolutamente irrealistico per un normale consumatore. La saccarina, infatti,si comporta come sostanza cancerogena se ingerita nella quantità di 4g/Kg in dose unica mentre le concentrazioni di tale dolcificante negli alimenti è nell'ordine de milligrammi. Finora nessuno studio ha evidenziato pericoli per l'uomo, alle dosi normalmente utilizzate.
E202: Sorbato di Potassio. Conservante. Non ci sono reazioni avverse consociute.
E211: Benzoato di Sodio. Usato come conservante come ingannatore dei sapori (per i cibi di scarsa qualità). Causa orticaria e aggrava l'asma!
E122: Cocciniglia. Colorante di sintesi. Può causare reazioni gravi ai soggetti asmatici e/o allergici all'aspirina. Vietato in Svezia, USA, Austria e Norvegia.
E131 Blu patent V (colorante). Vietato in Australia, USA e Norvegia.
Fenilanalina. Ami noacido essenziale. Nel caso di soggetti affetti da una malattia denominata
fenilchetonuria, può determinare problemi neurologici.

Considerazioni e conclusioni

Quale è il senso? Spiegatemelo per favore! I bambini sono attratti dalla bottiglia colorata che riporta l'immagine delle loro "eroine" e quindi non bastava mettere un po' di acqua, zucchero, andiride carbonica e estratto di fragola?
Che vi hanno fatto di male i nostri bambini? Provo a spiegarvi una cosa cari produttori e ideatori di queste porcate: non è intelligente far ammalare i bambini perchè altrimenti chi li compra i vostri prodotti??? VERGOGNATEVI!

Spero con questo articolo di aver prodotto un po' di sana indignazione e vi chiedo di esternarla nei commenti e di diffondere l'informazione più che potete.



venerdì 7 novembre 2008

LA CUCINA TOSCANA (LA PANZANELLA)

Cominciamo questa nuova rubrica, mi sarebbe piaciuto intitolarla "GRASSO è BELLO", ma poi ci stava male nell'angolo della salute e delle erbe. Questo angolino sarà un modo simpatico per svelarvi i segreti di alcuni piatti cari alla mia tradizione. Alcuni un po' pesantucci e allora ci prenderemo una bella tisana disintossicante, altri invece più naturali e leggeri.
Vorrei cominciare con il piatto più tipico della mia regione.

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LA PANZANELLA
Ingredienti :

° Pane casalingo raffermo
° Pomodori da insalata piuttosto maturi
° Basilico
° Cipolla rossa
° Cetrioli
° Olio d'oliva
° Aceto
° Sale e pepe

Tagliate a fette il pane e mettetelo a inzuppare per un quarto d'ora circa in acqua fredda; quando sarà ben ammorbidito, prendetelo un po' per volta e strizzatelo bene, poi sbriciolatelo in una insalatiera. Aggiungete tutte le verdure affettate sottilmente e le foglioline di basilico. Condite con olio sale e pepe, rigirate tutto bene e mettetelo in frigo alcune ore. Al momento di servirla mettete l'aceto.
CONSIGLIO PERSONALE: se tritate prima le verdure e le condite e poi aggiungete il pane la panzanella risulterà più buona.

La panzanella (altrove chiamata anche "pan molle") è un piatto semplice, nato dall'improvvisazione dei nostri contadini che così trovavano il modo di usare il pane avanzato. Per questo motivo ho preferito darvi le dosi dei vari ingredienti: questi devono essere assolutamente genuini e ciò è sufficiente. Per le quantità regolatevi, secondo i vostri gusti.
Il pane deve essere possibilmente cotto nel forno a legna; le verdure, freschissime; la cipolla rossa nostrale; l'olio e l'aceto, saporiti e profumati. Per quanto riguarda le verdure ho trovato chi ci mette molte altre cose: insalata, radici, sedano, prezzemolo, acciughe,... Ripeto si tratta di un'insalata nella quale in fondo tutto è ammesso (ma le acciughe no !) anche se la tradizione ( e per me anche il gusto) consiglia di impiegare gli ortaggi che ho elencato nella ricetta.
La panzanella è tanto buona che verso la metà del 1500 il Bronzino (noto pittore fiorentino) scrisse alcune divertenti rime dedicate alla cipolla. In esse afferma che:

"un'insalata di cipolla trita
colla porcellanetta e citriuoli
vince ogni altro piacer di questa vita...
considerate un po' s'aggiungessi bassilico e ruchetta".

Dunque il Bronzino, che adorava la panzanella, usava anche l'erba porcellana (Portulaca oleracea, o porcacchia, o sportellacchia: pianta selvatica e portamento strisciante, con foglie spesse e carnose; ha un sapore leggermente acidulo e proprietà rinfrescanti e diuretiche. Una volta era molto gradita, oggi invece non la usa quasi più nessuno) e la ruchetta (erba aromatica molto usata a Roma, da noi si trova raramente dai fruttivendoli). Non cita i pomodori, ma ai tempi in cui il Bronzino scrisse queste rime le "mele rosse" non erano ancora conosciute.

giovedì 6 novembre 2008

ZUPPA DI MISO

Con un po' d'immaginazione, potete variare all'infinito le combinazioni di verdure nella zuppa, per averne ogni giorno una diversa.
Nella misura del possibile è bene, soprattutto d'inverno, usare tre tipi di verdura. Una che cresce sotto terra, tipo radice(carota, rapa), una che cresce a livello della terra(cipolla), una che cresce sopra la terra e che abbia le foglie verdi(bieta,foglie di ravanelli, di rapa, di broccoli, verza, porro,...)
E' anche importante usare quelle di stagione, che poi saranno sempre quelle che costano di meno!
Il miso si può anche usare per fare delle salse per condire i cereali(riso, pasta, miglio,...), ma che sono anche squisite spalmate sul pane.
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ZUPPA DI MISO (invernale)
Per 4 persone:
2 cipolle
2 carote
un pugno di bieta
olio di sesamo o girasole
1 striscia di alga wakamè di 5 cm.(è un'alga)
5 tazze d'acqua
1/2 cucchiaino di miso a persona

Sbucciate le cipolle e tagliatele a fettine.
Spazzolate le carote sotto l'acqua e tagliatele anch'esse a fettine un po' di sbiego. Pulite bene la bieta: tagliate prima i gambi a pezzi di 2 o 3 cm, poi le foglie in strisce sottili. Scaldate la pentola. Con un pennello ungetela d'olio e fare rosolare pima le cipolle finchè non diventino trasparenti poi la bieta e infine le foglie. Lasciatele cuocere a fuoco basso 5 min. Aggiungete la wakamè tagliata a pezzetti e l'acqua e portate rapidamente ad ebollizione.
Coprite e fate cuocere lentamente per 10 min. In una ciotola, diluite la quantità di miso per una persona con un poco di brodo in modo di avere la ciotola piena a metà di verdure e il resto fino a 3/4 di brodo. Questa è la porzione per una persona. Fate lo stesso con le altre persone.

ZUPPA DI MISO (estiva)
Per 2 persone:
1 cipolla
1/2 foglio di nori (è un'alga)
olio di girasole
2 tazze d'acqua
prezzemolo
1/2 di cucchiaino di miso a persona

Fate scaldare l'olio.
Aggiungete la cipolla tagliata a fettine molto sottili. Lasciatela dorare qualche minuto.
Mettete l'acqua, la nori tagliata a strisce sottili, e lasciate cuocere il tutto per 5 minuti.
Diluite 1/2 cucchiaino di miso in una ciotola, con un po' di brodo di cottura, aggiungete metà della zuppa, guarnite con del prezzemolo tritato.
Fate lo stesso con l'altra ciotola.

mercoledì 5 novembre 2008

IL CUCCHIAIO DI LEGNO

I CONDIMENTI
Parte prima
Nella macrobiotica vengono usati molti condimenti che sembrano strani, almeno dal loro nome. In realtà, una volta che si sa di che cosa sono fatti, non vengono più considerati come "prodotti esotici" ma come condimenti indispensabili per un 'alimentazione equilibrata.
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IL MISO
E' una specie di pasta vegetale, a base di fagioli di soya e sale messi a fermentare con un enzima per più mesi.
Ci sono vari tipi di MISO. I più usati sono :
Mugi miso
Contiene fagioli di soya, sale marino, acqua di sorgente e orzo. E' lasciato fermentare per 18 mesi.
Kome miso
Al posto dell'orzo, viene usato il riso. E' più leggero del mugi miso.
Hatcho miso
Fagioli di soya, sale e acqua, senza cereali, messi a fermentare per 24 mesi. E' il miso più forte.
Miso di soya
E' come l'hatcho miso, ma è fermentato solo 12 mesi, dunque è più leggero.
Nattoh miso
Al mugi miso, viene agggiunto lo zenzero, l'alga kombu, il malto d'orzo, e fermenta solo 2 mesi. Ha un sapore salato-dolce molto piacevole.
Può essere usato così com'è senza cottura speciale.
Lo si può aggingere direttamente su qualsiasi cereale lesso (più o meno un cucchiaino a persona), oppure mettere alla fine della cottura nelle verdure o nei minestroni per insaporire maggiormente la pietanza.
In questo caso, non ci sarà bisogno di aggiungere sale.

In genere il MISO è molto ricco di proteine vegetali, sali minerali, vitamine, grassi e soprattutto enzimi che provvedono al buon funzionamento della flora intestinale.
Produce un'azione alcalinizzante nel sangue (le infezioni sono dovute ad un'azione acida).
Neutralizza i veleni prodotti dagli eccessi di chi ha mangiato troppi cibi animali.
E' molto potente e in genere basta mangiarne da 1/2 cucchiaino a 1 cucchiaino (d'inverno) al giorno.
La varietà più usata è il Mugi miso, ma provateli tutti e usate quello che vi piace di più (per esempio, il mugi miso d'inverno e il miso di soya d'estate).
Per non distruggere i suoi enzimi, si raccomanda sempre di non farlo bollire, almeno nella pietanza dove va consumato più comunemente come nella zuppa di miso. Questa zuppa dovrebbe comparire una volta al giorno come primo piatto. ( Scusate, ma le ricette la prossima volta )

martedì 4 novembre 2008

Dosi in Cucina

do il mio contributo alle "conversioni"

TAZZA:
1 tazza (da caffellatte) = 2,5 dl.
1 tazza di farina o zucchero = 150 gr.

NOCE DI BURRO = 20 gr.

BICCHIERE:
1 bicchiere (da vino) = 1,5 dl.
1 bicchierino (da liquore) = 0,5 dl.

CUCCHIAINO (di solito raso da tè):
1 cucchiaino = ½ cl.
1 cucchiaino di farina, sale, lievito… = 4 gr.

CUCCHIAIO (di solito raso da minestra):
1 cucchiaio = 1 cl.
10 cucchiai = 1 dl.
1 cucchiaio di farina, zucchero, pangrattato… = 10 gr.
1 cucchiaio di formaggio grattugiato = 5 gr.
L'altro giorno frugando nella libreria di casa di mia madre ho trovato una cosa bellissima. Ricordo da piccola un giorno in cui lei tornò a casa con un libro. Mi sembrò grosso enorme, scritto piccolo con una copertina gialla e forse anche le pagine erano gialle. Era nuovo di zecca e bisognava proteggerlo, prese da un cassetto un foglio di carta fiorita che era stato piegato accuratamente dopo avere scartato il regalo e riposto per essere riutilizzato. Ed ecco l'occasione giusta!
Cominciò a rivestire quel bene prezioso. E da quel momento quel libro fu consulatato ogni volta che c'era una festa particolare o una ricorrenza per fare bella figura con gli ospiti e preparare un pranzo con i fiocchi. Ma vi svelo un segreto : mia madre lesse sempre quel libro ma poi continuò a cucinare come sapeva fare lei e ben presto quel libro fu dimenticato. Mi ricordo però che nelle prime pagine ce n'era una dedicata alle DOSI da utilizzare in cucina, e come mi è stato fatto giustamente notare, siamo talmente abituati a fare con cucchiai o ad "occhio" che ci siamo dimenticati a quanto corrisponde ogni dose da utilizzare.
(A proposito non lo dite a nessuno ma il libro di mia madre era il famoso ARTUSI!!)
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- 1 cucchiaino raso di ZUCCHERO 4g
- 1 cucchiaino di MIELE 7g
- 1 cucchiaino di OLIO 5g
- 1 cucchiaino raso di BURRO 5g
- 1 cucchiaino raso di MARMELLATA 5g
- 1 cucchiaino raso di FARINA 4g
- 1 cucchiaino raso di CACAO 4 g
- 1 cucchiaio colmo di PASTINA 14g
- 1 cucchiaio colmo di FIOCCHI DI MAIS 14g
- 1 cucchiaio colmo di RISO 18g
- 1 cucchiaio colmo di BURRO 15g
- 1 cucchiaio di OLIO 10g
- 1 cucchiaio fondo di OLIO 14g
- 1 cucchiaio colmo di MARGARINA 14g
- 1 cucchiaio colmo di ZUCCHERO 15g
- 1 cucchiaio di FORMAGGIO GRATTUGGIATO 15g
- 1 tazzina di CAFFE' 30g
- 1 tazza di THE 160g
- 1 tazza di CAFFELATTE 250g
- 1 bicchiere di ACQUA 130g
- 1 bicchiere di VINO 130g
- 1 piatto fondo di PASTA o RISO: Colmo al bordo esterno 120g Colmo nel bordo interno 80g Raso nel bordo interno 60g
- 1 piatto di MINESTRA (q.ta' di PASTA o RISO) Colmo al bordo esterno 60g Colmo nel bordo interno 45g Raso nel bordo interno 30g
- 1 FETTA BISCOTTATA 8-10g
- 1 BISCOTTO 6-8g
- 1 GRISSINO 5g
- 1 PANINO (ROSETTA) 50g
- 1 FETTA DI PANCARRE'
- 1 CRACKER 5g
- 1 vasetto di YOGURT 125g
- 1 coppetta di MACEDONIA 130g
- 1 grappolo di UVA piccolo 150g
- 1 PANINO (TARTINA) 30g
- 1 FRUTTO grande (MELA) 240g
- 1 FRUTTO medio (MELA) 140g

MELE AL FORNO


Siamo nuovamente qui con una ricetta !
L'ho ricopiata dal libro "Ricette per il diabete di tipo 2".
Non sapevo con cosa cominciare ...Crema di melanzane ? Orzo ai peperoni e gamberetti ? Sgombro al cartoccio? E perchè non cominciare dalla fine con un bel dolce?
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Mele al forno con granella alla cannella


Per 2 persone:
- 400 g di mele
- 30 g di farina integrale di frumento
- 50 ml di succo di mela (senza zucchero)
- 25 g di margarina morbida
- 1 cucchiaio di noci tritate
- 1 cucchiaio di fiocchi d'avena integrali
- 1/4 di cucchiaio di cannella macinata
- 1 puntina di chiodi di garofano macinati
- 1 cucchiaio raso di dolcificante
- 1 cucchiaio di succo di limone



PREPARAZIONE : 15 minuti circa
COTTURA IN FORNO: 15 minuti



1 - Lavare le mele, tagliarle in quarti e privarle del torsolo. Bagnarle con il succo di limone. Far scaldare il succo di mela. Aggiungere le mele a cuocere in pentola coperta per 5 minuti.
2 - Riscaldare il forno a 200°. Lavorare la farina e la margarina formando un composto. Aggiungere le noci, la cannella, i fiocchi d'avena, i chiodi di garofano in polvere e la metà del dolcificante; lavorare con le dita fino ad ottenere un composto da sbriciolare.
3 - Mettere le mele con il succo in una teglia da forno. Distribuire il composto sbriciolato sulla frutta e cospargere con il dolcificante rimasto. Cuocere in forno a 180° per 15 minuti. Servire caldo.

lunedì 3 novembre 2008

LIQUORI D'ERBE, GRAPPE MEDICINALI (parte terza)

Parte terza
ATTREZZATURA

I liquori per macerazione richiedono un' attrezzatura minima e di solito una buona cucina è di per sè fornita di tutto l'occorrente.
Bilancia: è essenziale per dosare gli ingredienti; meglio se di precisione, vanno comunque benissimo anche quelle per diete.
Cucchiai di legno: si trovano dappertutto e costano pochissimo. Servono per rimestare le spezie poste a macerare senza alterarne l'aroma.
Spezie: alcune le possiedono in quanto fanno parte degli aromi da cucina (menta, timo, noce moscata, cannella, basilico)le altre le acquisterete dall'erborista. Conservatele ben chiuse in vasi di vetro e saranno, oltre che necessarie, motivo di ornamento.
Bottiglie: i liquori si conservano in semplici bottiglie di vetro scuro, chiusi da un semplice tappo a corona. Nel caso di un liquore prezioso da tenere in serbo per un'occasione particolare, applicherete alla bottiglia una chiusura di sughero che sigillerete con ceralacca.
Zucchero: la quantità di dolcificante segnalata nelle ricette è puramente indicativa e può variare o addirittura essere tolta a seconda dei gusti.
Vasi: facili da trovare e fondamentali per i vostri fini, ottimi quelli di vetro trasparente con la guarnizione in gomma e la chiusura a leva. Resistono al calore e si possono smontare consentendo una perfetta pulizia. Si utilizzano indifferentemente sia nella forma quadrata che cilindrica, importante è tenerne di varie capienze, da un quarto di litro ad un litro e più.E' pure utile possedere un grosso vaso a volte di almeno due litri che potete procurarvi presso il vostro bottegaio. Dopo averlo pulito, lo conserverete per alcune ricette particolari.
Mortaio: è necessario per frantumare le spezie. Sceglietelo in marmo o in pietra.
Filtri: una volta i liquori si filtravano attraverso pezzuole di cotone o lino, il sistema è ancora valido anche se per comodità consigliamo le praticissime carte da filtro che troverete facilmente nei negozi di articoli sanitari.

DOSI
Prima di passare alla descrizione delle ricette, i liquori che preparerete hanno proprietà salutari, ma vanno sorbiti con moderazione affinchè non si trasformino in veleno per il fegato.
Adulti: non più di due mezzi bicchierini di liquore al giorno non diluito.
Astemi: mezzo bicchierino di liquore al giorno non diluito con almeno altrettanto volume di altra sostanza (acqua, latte, succhi, spremute, ecc.)

AVVERTENZA : mezzo bicchierino corrisponde alla dose di due cucchiai da minestra.

sabato 1 novembre 2008

IL CAFFE'

Bevanda stimolante e aromatica

Il profumo inebriante di una tazza contenente qualche infuso ha da sempre attirato la curiosità e l'attenzione dell'uomo; il poter associare il rito della preparazione alla consumazione e riceverne anche effetti stimolanti, sono state le chiavi del successo delle principali bevande da infusione che oggi conosciamo.

Ogni giorno verso le 11 della mattina, dopo l'apertura della Borsa lascio il mio negozio e vado al "mio bar" (tutti i miei amici mi prendono in giro perchè lo chiamo il "mio bar"), e quando entro il solito rituale: "Buongiorno Lorena, il solito? Lo faccio subito o aspetto?" "Sì grazie, va bene subito, però ne voglio uno talmente buono che mi faccia passare una magnifica giornata". Non importa che sia estate o inverno, non importa quanta gente ci sia lo scambio di frasi è sempre lo stesso da mesi, ma non ci stanchiamo mai e il giorno che sono fuori e non lo faccio mi manca qualcosa . E quasi quasi il CAFFE' non sembra nemmeno avere il solito sapore!
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In Arabia l'uso di bere il caffè si può far risalire al XV secolo: da qui si espanse, da Aden e Moka, verso oriente in Persia e verso occidente in Egitto. L'introduzione del caffè ad Aden si attribuisce al Gran Muftì Gamaleddin, che nel 1459 ne importò l'uso dalla Persia. Attraverso Damasco e Aleppo il caffè arrivò a Costantinopoli, dopo la conquista turca. I Turchi usavano aromatizzare il caffè, che era servito carico e non zuccherato, con anice stellato, cardamomo ed essenza di ambra. Sarà proprio da Costantinopoli che i Veneziani lo faranno conoscere all'Occidente all'inizio del 1600. A Venezia infatti i primi caffè vennero aperti nel 1650 circa: il Caffè Florian sotto le Procuratie Nuove si inaugurò nel 1700. Quando i Turchi furono sconfitti alle porte di Vienna (1683), si usarono le grandi quantità di caffè che costituivano parte del bottino e, per la prima volta, l'amara bevanda venne zuccherata. Ben presto, ad opera degli Olandesi, si sperimentò la coltivazione nelle Indie orientali (1690) e poi nel Suriname, in Ameria meridionale(1718). Da qui, attraverso la Cajenna, venne contrabbandato in Brasile (1727). Da alcune piante coltivate a Parigi nel Giardino Botanico (Jardin du Roi) all'inizio del 1700, derivano le coltivazioni della Martinica, da dove poi le piante furono portate in Giamaica. Il successo del caffè nell' Europa continentale era divenuto tale da intaccare fortemente la bilancia dei pagameti. All'inizio del XVIII secolo il giardiniere reale di Federico il Grande di Prussia, un certo Timme, scoprì le proprietà della cicoria come succedaneo del caffè; per volere del re, che voleva risparmiare valuta, si impose la coltivazione della cicoria, dalla cui radice tostata si ricava una polvere aromatica, che dà un infuso scuro come il caffè, ma dal sapore tutto particolare. L'imposizione ebbe tale successo che la cicoria come bevanda fu largamente usata fino alla seconda guerra mondiale. Ciò determinò anche l'adattamento dei consumatori a un sapore leggero, conservato poi anche nei riguardi del caffè, che in Germania si consuma tuttora, molto diverso dall'espresso, tipicamente italiano. In Europa, il succedersi delle mutevoli condizioni economiche fece sì che gli strati meno abbienti della popolazione facessero ricorso anche ad altri surrogati del caffè, spesso troppo caro o addirittura introvabile, come orzo e semi di soia tostati.

IL MORTAIO

- La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata.
- Non devi combattere troppo spesso con un nemico, altrimenti gli insegnerai tutta la tua arte bellica.
- La modestia è solo l'arte di incoraggiare gli altri a scoprire quanto sei importante.
- Impossibile: è una parola che si trova solo nel vocabolario degli stupidi.
- La vendetta non ha preveggenza.

(NAPOLEONE BUONAPARTE)