"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

giovedì 31 dicembre 2009

BUON ANNO 2010

STIAMO PER ENTRARE NEL 2010, COSA AUGURARVI ?
DA PARTE DI NOI TRE CHE TUTTI I VOSTRI DESIDERI SI AVVERINO.
PER ME SOLTANTO CHE CONTINUI QUESTA MERAVIGLIOSA AMICIZIA E COLLABORAZIONE CON INDI ED EUCLIDE CHE ESISTE ORMAI DA UN ANNO E MEZZO.
VORREI INIZIARE L'ANNO CON UNA POESIA TRATTA DA "IL PROFETA" DI KAHLIL GIBRAN.

SULL'AMICIZIA

Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E' la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.

Quando l'amico vi confida il suo pensiero,non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa
nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,
come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio misteronon è amore,ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.

E il meglio di voi sia per l'amico vostro.

Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea,
fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.

mercoledì 30 dicembre 2009

ALLORO




(Laurus nobilis L.)

DESCRIZIONE

Arbusto perenne che può raggiungere anche i 10 mt di altezza, preferisce le rupi, le pietraie e i boschi della macchia mediterranea.
Con i suoi rami, in Grecia, si incoronavano gli Eroi, nonchè i personaggi illustri dello sport e delle arti.

PARTI DA USARE

Si raccolgono le folgie durante tutto l'anno. Essiccare all'ombra, al riparo dalla polvere.

PROPRIETÀ CURATIVE

Le foglie sono notoriamente utilizzate in cucina per aromatizzare, e per la capacità di stimolare l'attività digestiva e carminativa.

INDICAZIONI

Affaticamento, cattiva digestione, dolore, insonnia, disinfezione.

MODALITÀ D'USO

Si prepara un infuso con 2-3 foglie spezzettate, lasciate per 5 minuti in una tazza d'acqua bollente; bevuto prima d'andare a dormire fa da blando sonnifero; tiepido, dopo i pasti, è digestivo e anche carminativo, cioè elimina i gas intestinali.

AVVERTENZE

È consigliabile un uso prudente.

LA RICETTA
FORMAGGIO ALLE ERBE

Mescolare del formaggio tenero tipo Raveggiolo o ricotta con timo, maggiorana (o borraggine) e 1 foglia di alloro tritata bene, sale e pepe. Lasciar riposare e servire su fette di pane speciale (nero o di segale) appena tostato.

Metamorfosi


Per la parte mitologica clicca sull'immagine!



martedì 29 dicembre 2009

GRIPPE


È una malattia epidermica che attacca le mucose del naso e della gola e prostra improvvisamente l'organismo; è dovuta ad un particolare bacillo, detto di Pfeiffer, e si manifesta comunemente con febbre alta, catarro e congestioni broncopolmonari.

Per curarla si prendano in due dita d'acqua 20 gocce di tintura di spicchi d'aglio, oppure 20 gocce di tintura di china, oppure del decotto di china, di più semplice preparazione che si prepara con un etto di corteccia di china fatta a pezzettini, si divide in dosi di 10 gr ciascuna che si fanno bollire ogni sera in un bicchiere d'acqua.

Si lascia a macero l'intera notte ed al mattino si cola.
È questa la dose giusta da sorseggiare in tre riprese prima dei pasti.

CONGESTIONE


È un afflusso di sangue in una zona qualsiasi del corpo. Si manifesta con stordimenti al capo seguiti da svenimenti, e può essere causata da un colpo di sole, da una percossa al capo, da difficoltà di digestione, o anche semplicemente da abiti troppo stretti che impediscono la circolazione del sangue. In simili casi prima di tutto bisogna eliminare le cause della congestione; se è causata da un colpo di sole bisogna condurre il sofferente in un luogo fresco e ben arieggiato, denudarlo e fargli abluzioni di acqua fredda al capo; se lo stordimento si prolunga è bene mettere una borsa di ghiaccio sul capo e fare annusare degli eccitanti tipo aceto forte oppure ammoniaca.

Alle persone sanguigne è bene applicare, dietro la nuca, tre o quattro sanguisughe ( naturalmente chi abita nelle paludi americane!).

Si consiglia a chi va soggetto a tale malessere di tenere un regime sobrio nel mangiare e di abbandonare gli alcoolici.
È efficace la tintura che si prepara con l'arnica prendendone 20 gr di radici o fiori e 100 gr di alcool a 60°, da lasciare macerare per 10 giorni e poi diluire per l'uso in mezzo litro d'acqua.

venerdì 25 dicembre 2009

BUON NATALE



AUGURO A TUTTI BUONE FESTE.
QUEST'ANNO VORREI INIZIARE IL NATALE CON UNA FAVOLA.
L'HO SCRITTA IO, SPERO VI PIACERÀ.
UN ABBRACCIO AD OGNUNO DI VOI.
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LA VERA FAVOLA DELL'INCENSO

"Mamma, non riesco a dormire. Mi racconti una favola?
Quella della principessa cattiva e del ragazzo che s'innamorò e che ...
...Va bene, ma adesso sotto le coperte."

"C'era tanto tanto tempo fa un ragazzo molto bello. Era sempre allegro, rideva scherzava e giocava con il suo cane.
Sognava grandi viaggi in paesi sconosciuti. Immaginava di scoprire un popolo che viveva isolato in una valle dove la sabbia del deserto non arrivava e il sole non bruciava la pelle.
Il suo villaggio era vicino alle rive di un mare, azzurro come il cielo, dove sorgeva la città dell'Imperatore.
Questo sovrano aveva una figlia bellissima, ma molto cattiva.
Man mano che cresceva questa fanciulla era rimasta sola perché anche le sue compagne di gioco non volevano più stare con lei. Faceva loro scherzi atroci e le impauriva a tal punto che scoppiavano a piangere e dovevano portarle via.
Quando le altre bambine di stirpe nobile non vollero più andare a palazzo a giocare, molti genitori fra il popolo mandarono allora le proprie figlie dall'Imperatore.
Infatti lui, non sapendo più come fare, ordinò ad un banditore di andare per le strade della città a chiedere compagnia per la Principessa. Le fanciulle e i genitori erano tutti contenti, perché avrebbero avuto bei vestiti, da mangiare e potevano fare il bagno nell'acqua pulita. Non sarebbero state costrette ad andare ai pozzi del deserto e tirare su secchi e secchi di acqua spesso fangosa.
Purtroppo i desideri dei genitori e delle ragazze morivano presto, appena si avvicinavano alla Principessa.
Metteva rospi nei bicchieri d'acqua, oppure formiche nei cibi oppure chiodi nei cuscini dove sedevano quelle che sarebbero dovute essere sue compagne di gioco. I suoi scherzi erano fonte di disagio e paura e ognuna di loro scappava sempre piangendo. Anche la povertà ha una sua dignità e non può sopportare ogni cosa.

..."Mamma che cos'è la dignità?
É quando una persona sopporta tante cose, ma poi arriva ad un certo punto che non ce la fa più e si ribella!
Torniamo al nostro ragazzo e ai suoi sogni."....

La principessa dopo che rimaneva sola cominciava a strillare e dava la colpa alle ancelle che non avevano saputo scegliere i suoi giocattoli. Sì ho detto bene, la principessa considerava le altre bambine i suoi "giocattoli". E non voleva capire che invece erano di carne e ossa come lei, ma solo meno fortunate.
I valletti avevano portato via dal giardino anche gli animali che erano nelle gabbie, perché anche a loro la Principessa non risparmiava la sua crudeltà. Un giorno erano dovuti entrare d'inverno nell'acqua del laghetto del parco per portare via alcune tartarughe che lei aveva buttato dentro.
A causa del freddo le povere bestiole non erano sopravvissute e da quel giorno avevano nascosto tutte le gabbie degli uccelli, degli scoiattoli, le altre tartarughe i cigni i pavoni e altri animali che erano lì.
L'Imperatore e l'Imperatrice erano disperati. Man mano che la Principessa cresceva il suo carattere peggiorava: era sempre più cattiva e crudele, non risparmiava nessuno e offendeva sempre tutti i suoi servitori. Sarebbe potuta essere la fanciulla più felice del mondo e invece si trovò sola, prima a giocare e poi a girare nelle stanze enormi del palazzo. Quando qualcuno la sentiva arrivare si nascondeva dietro le tende delle grandi finestre e stava zitto senza quasi respirare per non farsi scoprire.

...."Come me, vero mamma, quando mi nascondo dietro la porta e tu non mi trovi?
Sì, tesoro è vero.
Vuoi che continuo o dormi?
No, continua ora c'è il ragazzo...."
....Allora....

....un giorno il ragazzo era andato nella città dell'Imperatore a comprare una brocca. Il suo cane l'aveva rotta mentre giocavano e lui aveva promesso alla mamma che gliela avrebbe regalata. Aveva cominciato a fare piccoli lavori per i vicini di casa per raggranellare un po' di soldi e finalmente quando aveva avuto la somma che gli serviva era andato al mercato.
Aveva girato molto tra i banchi, ma nessuna brocca gli sembrava tanto bella da poterla regalare alla madre.
All'improvviso, quasi nascosto in un angolo un alberello misero con poche foglie raggrinzite ma dentro un vaso bellissimo.
...Ecco, pensò, questo è quello che vorrei per la mia mamma. É il più bello che ho visto.... Con un po' di timore si avvicinò all'uomo che era lì vicino e chiese se era sua quella piantina.... prendila pure se vuoi, è così brutta e stenta che non posso venderla. Nessuno la vuole ed io non so come fare per farla crescere meglio.... te la regalo, basta che la porti via lontano il più presto possibile: chi la vede pensa che tutte le mie piante diventeranno così e non vendo quanto vorrei....
Il ragazzo fu felice del dono inaspettato e non se lo fece ripetere due volte, prese il vaso e corse via. Si fermò soltanto un po' più in là in un vicolo e pensò che aveva ancora in tasca tutti i soldi. Avevano bisogno di tante cose in casa, ma non comprò niente preferì ritornare al suo villaggio alla svelta.
Fra la città dell'Imperatore e la sua casa c'era un pozzo. Si fermò lì per togliere la pianta e pulire il vaso. Voleva portarlo subito alla madre e presentarlo nel suo aspetto migliore. Mentre lo lavava, aveva appoggiato la piantina vicino al pozzo. Era così misera che gli fece compassione.
Non poteva portarla a casa, aveva paura che morisse e allora ebbe un'idea. La piantò vicino al pozzo così se anche lui non fosse andato ogni giorno a darle un po' d'acqua sicuramente qualcuno lo avrebbe fatto. E poi cominciò a nutrire la speranza che quei miseri rami diventassero un domani un albero grande e facessero ombra nelle giornate più calde mentre attingevano l'acqua.
Tornò a casa felice non solo del regalo avuto così a buon prezzo, ma soprattutto in cuor suo di quella piantina. Non l'aveva mai vista e raccontò tutto alla madre. Era pomeriggio tardi e il sole non era più così caldo. Decisero di andare al pozzo a vedere il piccolo albero. Chissà perchè il fanciullo cominciò a pensare che quello fosse un dono del cielo, e che sicuramente da quel giorno avrebbe avuto fortuna. La madre si congratulò con lui per quell'idea meravigliosa di piantare quei miseri rami lì vicino all'acqua e nel giro di poche ore tutti gli altri abitanti del villaggio seppero del nuovo "arrivo". Cominciò così una gara a chi andava al pozzo e tutti volevano annaffiarla. Forse fu l'acqua o forse fu l'amore di cui era circondata che questa piantina cominciò a crescere ogni giorno un po'.
Le carovane che passavano trovavano sempre qualcuno che faceva la guardia e non faceva avvicinare nessuno al piccolo albero. La notizia si sparse per tutto il deserto e arrivò anche alle orecchie dell'Imperatore.
Tutti i nobili cominciarono a raccontargli le cose miracolose che faceva quella piantina e come c'era sempre una fila lunghissima di persone che andava a vederla.
Come è facile che le parole volando di bocca in bocca diventino storie fantastiche!
Tanta fu la curiosità dell'Imperatore che decise di andare di persona. Nel frattempo il piccolo albero aveva davvero portato fortuna al villaggio, perché tutti i giorni si fermavano carovane che rimanevano lì qualche giorno. E avevano sempre bisogno di qualcosa. Gli abitanti cominciarono ad aprire delle piccole botteghe e vendevano di tutto. Ogni famiglia cominciò a industriarsi per accontentare tutti i viaggiatori.
Il fanciullo fu l'unico che volle per sé il commercio dei vasi. Ne vendeva tanti molto belli di varie grandezze. E il suo banco era vicino all'albero.
Si tenevano compagnia, ma soprattutto lui stava attento che non gli succedesse niente. Circolava sempre più insistente la voce che portava fortuna e alcuni viandanti gli avevano detto che c'erano altri villaggi che volevano prenderlo e portarlo via. La notte dormiva lì con accanto il suo cane e aveva avvertito anche altri uomini per farsi dare il cambio.
La pianta cresceva rigogliosa con tante foglie verdi. Ogni carovana che arrivava elogiava questa meraviglia, ma nessuno sapeva il nome. Era una specie "sconosciuta". Anche i beduini che venivano da molto lontano non avevamo mai visto nemmeno un esemplare.
Un giorno all'improvviso la folla cominciò a mormorare, accorsero ancora più persone e intonarono canti.
Arrivò l'Imperatore a cavallo con le sue guardie. Il ragazzo rimase a bocca aperta, non capiva il perché di quella visita.
Il sovrano con un balzo fu a terra vicino alla pianta e mentre la stava ammirando e i sudditi erano tutti sdraiati per terra in segno di rispetto, ebbe un'idea!
Se veramente questo piccolo albero sapeva fare cose strabilianti, avrebbe potuto cambiare anche il carattere di sua figlia. Dette un'occhiata intorno e vide che il misero villaggio fatto prima di capanne poverissime aveva preso l'aspetto di una piccola città pulita, allegra e si vedeva che il commercio stava migliorando la vita di quelle persone.
Gli abitanti erano allegri, i bambini giocavano, le donne vestivano con colori vivaci e gli uomini lavoravano per accontentare i forestieri.
In un paese povero dove il sole è caldo e l'acqua scarseggia e la voglia di vivere spesso viene a mancare, quello veramente era un miracolo.
Il giorno dopo accompagnò lui stesso la Principessa dal ragazzo, impartì i suoi ordini e a nulla valsero i pianti e gli strilli della fanciulla.
La lasciò lì vicino al pozzo con solo gli abiti che indossava.
Quando la nuvola di polvere dei cavalli delle guardie si fu diradata, lei si girò e cominciò a insultare tutti quelli che erano lì vicino.
Poi stremata si sedette per terra e si addormentò.
La madre del ragazzo che aveva assistito a tutta la scena in silenzio, fece cenno a due uomini e la fece portare a casa sua.
Quando la Principessa si svegliò sentì una voce di donna che cantava, un buon profumo di focaccia e tanta era la fame che addentò quello che le veniva offerto.
Poi si rese conto di dove si trovava. Tutta la casa era composta soltanto da una stanza in penombra, nessun mobile lussuoso, nessun cuscino: solo delle stuoie avvolte in un angolo, un piccolo tavolo e due sgabelli per sedersi. Dall'altra parte una cucina di pietra con il fuoco acceso e il volto sorridente di una donna.
Si ritrasse come se avesse visto una cosa orrenda e chiese sgarbatamente dove si trovava.
Non le fu risposto, ma solo indicato la porta.
Fuori il sole cominciava a tramontare e fra le piccole case bianche lì intorno c'era un'atmosfera di pace. I bambini giocavano e strillavano, le donne chiacchieravano, gli uomini rimettevano gli animali nei recinti.
La Principessa si avviò verso il gruppetto di banchi con le tende colorate vicino al pozzo. Lì c'era un via vai di uomini donne animali. Finalmente arrivò dal ragazzo. Rimase dapprima in disparte a guardarlo con disprezzo, poi il suo sorriso la sua allegria sembrò quasi che sciogliessero la perfidia della fanciulla. Cominciò così a stare insieme a lui: metteva a posto i vasi, li spolverava cercava di venderli. In poco tempo cambiò così tanto che chi passava da lì non avrebbe mai immaginato che quella bellissima ragazza prima fosse una Principessa abituata a vivere a palazzo reale servita da una moltitudine di persone.
Era sempre sorridente e il suo cuore sembrò aprirsi a sentimenti di amore verso il prossimo, bontà e compassione. Guardava tutto con occhi diversi. E il ragazzo era contento, pensava anche di chiedere all'Imperatore di venire a vedere come sua figlia fosse cambiata e a riprenderla. Ma aspettò: voleva tenere ancora con sè la Principessa: si stava innamorando.
Dopo poco tempo capitò insieme ad una carovana un uomo molto ben vestito. Spiegò che era un "magos" e mentre studiava le stelle gli era stato rivelato in sogno che sarebbe avvenuto un fatto straordinario che avrebbe cambiato la storia del mondo. Si era messo subito in cammino ed era giunto lì. Durante la strada aveva seguito una stella in cielo come fosse la sua guida e contemporaneamente aveva capito che doveva procurarsi un dono da portare con sè e offrire al momento della rivelazione.
Non aveva trovato niente che gli piacesse nelle oasi visitate, niente di così bello e importante da considerarlo degno di essere regalato. Mentre parlava vide l'alberello e pensò che se avesse avuto dei frutti forse potevano essere quello che lui cercava.
Ma la pianta non aveva frutti, solo foglie: belle molto verdi.
Girava tutto il giorno fra le bancarelle, ma non trovava niente. Andava incontro alle nuove carovane per essere il primo a frugare nelle ceste delle merci che portavano. Continuava però i suoi studi e spesso la notte rimaneva sveglio a fissare la grande stella che l'aveva condotto fin lì. Si domandava che cosa mai di così strabiliante poteva succedere che l'aveva indotto a lasciare tutto e partire. Lui che per tutta la sua vita era vissuto nel suo osservatorio, lui che aveva sondato le stelle in cerca della Verità, lui che non avrebbe mai immaginato una vita lontana dai suoi libri. Ma per quante domande si ponesse riusciva a pensare che soltanto la nascita di qualcuno avrebbe potuto cambiare il cuore degli uomini. Qualcuno con idee così rivoluzionarie da trascinare il popolo verso un modo diverso di pensare e di vivere.... e di amare.
La sua inquietudine era ormai visibile a tutti. La Principessa spesso lo invitava a mangiare con loro quella focaccia che le piaceva tanto e che adesso non avrebbe cambiato più con nessun piatto della tavola regale. Anche lei aveva imparato a cucinare e non le dava più fastidio imbrattarsi le mani di farina. Anzi quando era vicino al fuoco cantava e la sua voce aveva il suono della felicità.
All'ora di pranzo si sedevano tutti e tre vicino all'albero: mangiavano in silenzio, poi il saggio cominciava ad elencare i magnifici paesi che aveva attraversato per arrivare fino a loro. Il ragazzo era stupefatto e ogni tanto chiedeva se avesse trovato una valle lontana dal mare, ma piena di vita, di gente felice dove la sabbia del deserto non offuscava tutto con la sua patina.
Un giorno il ragazzo invitò il magos ad andare insieme a loro in un viaggio alla ricerca di vasi ancora più belli di quelli che vendeva, con la speranza nel cuore che ognuno di loro avrebbe trovato quello che cercava.
Una mattina lasciò il banco alla madre con la raccomandazione di stare attenta all'albero e partì insieme alla Principessa, al saggio e al cane.
Dopo poco tempo, mentre attraversavano il deserto, scoppiò una terribile tempesta di sabbia. Gli animali impazzirono e fuggirono e loro quattro rimasero insieme barcollando in mezzo al vento.
Quando tutto fu finito, assetati sporchi con le bocche piene di sabbia, videro in lontananza una montagna e mentre si avvicinavano notarono una spaccatura fra le rocce. Entrarono e si trovarono a camminare in un corridoio in mezzo a due pareti di roccia altissima. Ogni metro che facevano, sempre di più sentivano una pace e una tranquillità mai provata prima. La Principessa teneva per mano il ragazzo timorosa di tanta grandezza. In cuor suo aveva cominciato a volergli bene e spera che anche lui la ricambiasse. Dopo un'oretta che procedevano all'improvviso si aprì davanti ai loro occhi lo spettacolo più bello che avessero mai visto. Nella roccia erano state scavate case, templi, monumenti: sulle rocce erano nati tanti alberi uguali a quello che il ragazzo aveva piantato vicino al pozzo del suo paese e tutti con foglie verdissime. La luce del tramonto illuminava quelle costruzioni che avevano i colori dell'oro e del rosso, con tante sfumature e tutto sembrava irreale. Per le strade c'erano fontane d'acqua limpida da bere. Furono invitati dagli abitanti a dissetarsi e lavarsi e fu offerto loro del cibo e abiti puliti.
Il ragazzo era felice: aveva trovato la città che aveva sempre sognato. Anzi era più bella di quello che avrebbe potuto immaginare.
L'aria fresca, niente sabbia, gli abitanti cordiali e gentili.
Mentre i tre viaggiatori e il cane riprendevano le forze, gli anziani spiegarono che la città aveva più di mille anni, che i primi abitanti si erano rifugiati lì per sfuggire ad una guerra e che adesso vivevano in pace. Commerciavano con alcune carovane, ma esigevano il massimo segreto sulla loro esistenza perchè non capitasse nessuno a distruggere tutto quanto con l'avidità e l'odio.
Li portarono a visitare ogni costruzione: c'erano scuole, templi, cisterne, anche un mercato. Il ragazzo comprò dei vasi stupendi, la Principessa alcune vesti e il magos cominciò a chiedere cosa fosse quel profumo che inondava le strade e le piazze.
Inoltre al mercato aveva notato grandi ceste contenenti piccole palline giallastre e i mercanti le annusavano e alcuni le masticavano.
Era molto incuriosito: sembravano perle o lacrime? Avevano il colore della luna quando splendeva in cielo.
Dopo molte domande e nessuna risposta, finalmente fu svelato il segreto.Gli uomini si misero a ridere.... come non lo sai? Sono gli alberi. Dalla loro corteccia esce un liquido a gocce che si solidifica. Lo chiamiamo "INCENSO", "dono di Dio". E le loro "lacrime" vengono bruciate nelle nostre cerimonie quando preghiamo. Ci sembra così di salire in alto in cielo....
Il saggio fece un salto di gioia si mise a ridere ed esclamò.... Ho trovato il mio dono... il dono più prezioso che potevo trovare. Il frutto di un bellissimo albero che ha la forza di nascere sulle rocce, di vivere e regalare agli uomini un frutto meraviglioso.... Il suo profumo non può che portare pace, forza ed energia.... Il fumo che sale al cielo è carico di amore e di gioia.... è questo il mio regalo pieno di speranza...

La favola finisce qui, ma per i curiosi vi svelerò che il magos riprese il suo cammino e per la strada incontrò altri due saggi: loro avevano come dono l'ORO e la MIRRA. Insieme si recarono a Betlemme seguendo la stella e trovarono in una povera capanna un Bambino con i suoi genitori. Il bambino si chiamava Gesù. Il ragazzo e la Principessa tornarono al loro paese e si sposarono, ma non lasciarono mai la bottega dei vasi e lei fu una sovrana molto saggia e molto giusta, aiutando sempre quelli che avevano bisogno.
In quanto a noi oggi è Natale e nella tradizione cristiana rappresenta la nascita di Gesù e l'inizio dell'anno liturgico. Promettiamoci di fare qualche azione buona, ma soprattutto cerchiamo tutti insieme di alzare un grido come fosse una sola voce contro tutte le violenze che ci sono ancora nel mondo, che i perseguitati trovino pace, che la pietà verso gli altri non sia fatta solo di parole. Basta guerre, basta odio, auguriamoci che le persone che amiamo abbiano a sperare ancora che il mondo possa cambiare in meglio. Auguriamoci soprattutto che i ragazzi e i bambini non conoscano mai la crudeltà, il razzismo, che l'insegnamento della Storia sia veramente una lezione a non commettere mai più massacri, mai più stermini, mai più shoah.

BUON NATALE A TUTTI

martedì 22 dicembre 2009

OVARITE

È un'infiammazione dell'ovaia provocata da agenti patogeni provenienti dall'utero, dalle salpingi o dal peritoneo, sia tramite il tessuto che la circonda, che dal sangue e dalla linfa.

Provoca forti dolori localizzati ai lombi e le mestruazioni diventano irregolari e dolorose, con febbre: può lasciare dei postumi.

Utile è prendere in 2 dita d'acqua 15-20 gocce di tintura di foglie di belladonna, che agisce come calmante dei dolori.

OTITE


L'otite è l'infiammazione delle parti interne dell'orecchio. Può dare varie complicazioni anche a carico delle capacità auditive.

Contro l'otite è utile un cataplasma di lattuga o di foglie di sambuco preparato mettendo 10 gr di foglie fresche e triturate in mezzo litro d'acqua per 10 minuti.

Efficace anche il succo di foglie di sambuco introdotto con un batuffolo di cotone nel condotto auditivo.

lunedì 21 dicembre 2009

AMAUROSI


È un disturbo di origine tossica che provoca una paralisi della retina dell'occhio con conseguente indebolimento della vista.

Si può intervenire contro l'amaurosi con somministrazione di foglie di BASILICO secche e finemente pressate in modo da ottenere una polvere. Con questa polvere si confezionano delle specie di ostie che si prendono con un po' d'acqua.

ACIDITÀ DI STOMACO


Questo disturbo è dovuto ad una eccessiva secrezione di acido cloridrico nello stomaco, che produce bruciori nella digestione.

Le erbe medicinali indicate per la cura sono l'ASSENZIO, la CAMOMILLA, la GENZIANA, l'ANICE, la VERONICA, il GINEPRO, il PREZZEMOLO.

L'acidità di stomaco si può alleviare prendendo dopo i pasti un decotto, che si prepara facendo bollire: 20 gr di foglie di SALVIA, 10 gr di foglie di ROSMARINO, 10 gr di buccia di LIMONE in ¼ di litro d'acqua.

Oppure con un infuso ottenuto ponendo in 1 litro d'acqua bollente 15 gr di radice di VALERIANA, 10 gr di CALAMO, 60 gr di fiori di ORIGANO.

Altro metodo è il sorseggiare dopo i pasti una miscela preparata bollendo per pochi minuti in ¼ di litro d'acqua 50 gr di semi di PREZZEMOLO, 100 gr di semi di ANICE, 50 gr di semi di FINOCCHIO.

Ottimo rimedio contro l'acidità di stomaco è prendere dopo ogni pasto un pizzico di semi di prezzemolo con un po' d'acqua o masticare alcune bacche di GINEPRO prive di semi.

domenica 20 dicembre 2009

venerdì 18 dicembre 2009

OSSIURI


È una malattia determinata dall'infestazione dell'intestino da parte di ossiuri, piccoli vermi bianchi, filiformi, lunghi alcuni millemetri che vengono espulsi con le feci.

Questa malattia si manifesta tipicamente nei bambini. L'infestazione avviene mediante ingestione di alimenti inquinati. Per la cura si usano tutti rimedi antielmintici quali ad esempio i semi di zucca. Se ne prendono circa 50 gr, si pestano nel mortaio aggiungendovi 20 gr di zucchero e 160 gr di acqua aromatizzata con arancio e limone, se ne prendono 2 cucchiai a digiuno.

Anche la felce è un buon vermifugo. Si usa la polvere del rizoma, se ne prendono 10-20 gr in 200 gr di acqua a digiuno. In entrambi i casi è bene far seguire alla cura una purga a base di olio di ricino.

Personalmente ho sempre consigliato perle di AGLIO per un mese, poi un riposo di un mese e ancora un'assunzione per un altro mese in modo da abbracciare il ciclo di vita e di incubazione delle uova e dell'animale adulto.
I risultati sono sorprendenti, soprattutto perchè i bambini riacquistano in pochi giorni il colorito al viso e l'appetito che negli ultimi tempi con la presenza degli ossiuri era venuto a mancare. Riacquisteranno anche le forze e la voglia di giocare.

Ma il trattamento va fatto tutto completo per il trimestre proposto.

MIRMECLA

È una specie di formicolio che colpisce gli arti, causato dai disturbi delle circolazione.
Si cura per mezzo di erbe che tendono a regolare il flusso del sangue.
Dal prezzemolo si ricava un benefico decotto facendo bollire 60 gr di pianta in 100 ml d'aacqua.
Con l'angelica si prepara un ottimo tè salutare.
Giova inoltre l'infuso nelle seguenti dosi: 10 gr di radice di tormentilla, 10 gr di fiori di biancospino, 10 gr di prezzemolo, 5 gr di foglie di salvia, 5 gr di timo. Lasciare riposare il tutto per mezz'ora in un litro di acqua bollente; la dose è di 3 tazzine al giorno.

EFELIDI


Le efelidi, dette anche lentiggini, sono piccole macchie brune diffuse sul viso, sul collo e sugli avambracci. Sono tipiche delle persone con carnagione chiara e con capelli biondi o rossi e sono dovute ad un accumulo di pigmento.
Le efelidi si accentuano con l'esposizione al vento e al sole.
In genere scompaiono con l'età avanzata.
Non si tratta di una vera e propria malattia, ma spesso vengono considerate un difetto estetico del viso.
Con il limone e con il mandorlo si possono comunque preparare delle pomate che ne attenuano il colore.
Le pomate si distinguono dalle creme poiché per la loro preparazione non viene utilizzata l’acqua. Per questo motivo non viene usato l’emulsionante. Le pomate non hanno effetto idratante, ma curativo e lenitivo. Sono a base di cera d’api e burro cacao che dà loro consistenza e olio che contiene le sostanze attive. Al posto dell’estratto d’ olio, si possono anche usare poche gocce di olio essenziale. Poiché la fabbricazione delle pomate è piuttosto semplice, esse possono essere prodotte anche all’interno delle mura domestiche come base per cosmetici. Conservate in vasetti chiusi, hanno una durata di oltre un anno poiché prive di acqua. Si consiglia di tenere i vasetti in frigorifero.

Pomata al limone
Ingredienti (dosi per ca. 10 vasetti da 30 ml.)
- 225 ml. di olio d’oliva
- 40 g. di burro cacao
- 40 g. di cera d’api
- 4 ml. di olio di germe di grano
- 11 ml. di olio essenziale di arancio amaro
- 19 ml. di olio limone
L’olio d’oliva, l’olio d’iperico, il burro cacao, la cera d’api e l’olio di germe di grano sono gli elementi base per la pomata. A questi ingredienti, sciolti a bassa temperatura (meglio se a bagnomaria) e mescolati accuratamente, si aggiungono gli oli essenziali. La pomata così ottenuta, viene messa in vasetti ben chiusi.

KIWI


Actinidia chinensis

Il kiwi, da noi raro fino ad alcuni anni fa, ormai è un frutto abituale delle nostre tavole. Originario della Nuova Zelanda coltivato anche in Italia, è apprezzato per il suo sapore, gradevolmente asprigno, ma soprattutto per l'alto valore vitaminico; contiene infatti circa il doppio della vitamina C rispetto alle arance (dai 150 ai 300 mg per 100 gr di succo).

Può essere utilizzato per macedonie, per decorare gelati, nei frullati, nei cocktails di frutta. Il succo chiaro, dissetante e rinfrescante.

FICO D'INDIA


Opuntia ficus-indica

In certe regioni del sud Italia questo frutto si trova allo stato naturale in abbondante quantità. È ricco di vitamina C, di mucillaggini, e ha la proprietà diuretiche e rinfrescanti. L'unico inconveniente è rappresentato dai numerosissimi aculei invisibili (che, una volta nel nostro corpo, possono generare infezioni), che però si possono rendere innocui tagliando il frutto con le mani immerse nell'acqua, dove gli stessi perdono rigidità diventando del tutto inoffensivi.

Il succo di fico risulterà un po' torbido e lievemente amarognolo per la presenza dei piccoli semi contenuti nella polpa; si potrà comunque combinarlo con succhi più dolci.

FICO


Ficus carica

Come nel caso della fragola il fico non è propriamente un frutto, ma un ricettacolo carnoso, ove sono sparsi dei piccoli semi.

Le virtù del fico sono molte: regola le attività intestinali, è energetico(contiene circa il 18% di glucidi) ed è perciò consigliato ai bambini, ai convalescenti e agli sportivi, tonificante e depurativo. Il suo succo, molto dolce, può essere mescolato ad altri succhi dal sapore meno intenso.

Ottima combinazione è quella con il succo di pera.
È inoltre ricco di minerali e tra le vitamine sono presenti in discreta quantità la C, la B1, la B2 e la PP.

DATTERO


Phoenix dactylifera

Il dattero che conosciamo è quello che mangiamo nel periodo natalizio, parzialmente essiccato e ricoperto da un leggero strato di sciroppo di zucchero. Il dattero al naturale, da noi meno ricercato, è però quello che esplica i maggiori principi attivi, che non vengono distrutti con la conservazione. Contiene moltissimo calcio, vitamina A (indispensabile per fissare il calcio), fosforo e magnesio.
È un ottimo calcificante, indicato per le persone anziane e per i bambini; per la presenza di fosforo poi è consigliato alle persone soggette ad affaticamento mentale: ha inoltre virtù toniche, antianemiche ed energetiche.

giovedì 17 dicembre 2009

MOSTARDA DI FRUTTA ALLA SENAPE


OCCORRENTE

- Frutta mista a piacere (pere, mele, ciliegie, susine, albicocche, pesche, meloni fichi, ecc.)
- senape in polvere oppure olio essenziale di senape
- succo e scorza di limone
- scorzette d'arancia
- miele
- cannella in polvere oppure olio essenziale di cannella
- vino bianco secco
- pepe in grani

PREPARAZIONE

Lasciate interi i frutti più piccoli, liberate da semi e torsoli le mele e le pere e tagliate in quarti le qualità di frutta più grosse. Versate in una larga pentola abbondante acqua, aggiungetevi il succo di un limone per ogni chilo di frutta, qualche scorzetta dei due agrumi e collocatevi dentro la frutta intera. Fate bollire per cinque minuti, poi aggiungete la frutta a pezzi unendo prima quella che richiede una più lunga bollitura. Quando la frutta comincia a diventare tenera, toglietela dal fuoco e scolatela dallo sciroppo di cottura con un mestolo forato. Stendetela sul tavolo, lasciatela asciugare all'aria, poi disponetela nei vasi. Intanto mettete al fuoco il miele (tre etti per ogni chilo di frutta) con 1/2 litro di vino e fate bollire lo sciroppo fino a quando risulterà denso. Aggiungetevi 10 gr di senape (sempre per ogni chilo di frutta), un pizzico di pepe appena macinato e di cannella e versate lo sciroppo sulla frutta.

PERCHÈ I GRISSINI PRENDONO FUOCO


Tutti gli alimenti, tranne quelli inorganici come l'acqua e il sale, "bruciano": nel senso che, dopo essere stati introdotti nell'organismo, subiscono varie reazioni chimiche i cui prodotti finali sono energia (le calorie), anidride carbonica, acqua e altri composti minori. Ma in determinate condizioni i cibi possono bruciare anche generando una fiamma. La facilità con cui un alimento prende fuoco dipende dalla sua composizione e dalla forma. Un grissino brucia più facilmente di altri alimenti simili, tipo il pane, perchè ha la struttura allungata che facilita il contatto con l'ossigeno. E, rispetto al pane, i grissini bruciano più facilmente perchè sono secchi (contengono solo l'8% di acqua contro il 30% del pane) e perchè sono ricchi di combustibile, l'olio.

Viceversa, gli alimenti conteneti più acqua e meno grassi, pur essendo anch'essi combustibili, prendono fuoco con meno facilità. Sulla griglia una bistecca brucia con difficoltà, mentre le costine di maiale (piccole, allungate e molto grasse) prendono fuoco in un lampo. E far bruciare melanzane e zucchine (costituite quasi totalmente da acqua e senza grasso) è un'impresa.

mercoledì 16 dicembre 2009

MARMELLATA DI ARANCE


Tempo di preparazione 2 ore circa.

OCCORRENTE:

- 2 kg di arance succose e non trattate con il difenile
- 1,500 kg di zucchero
- 1 limone

PREPARAZIONE:

Togliete alle arance e al limone la parte superficiale della buccia e tagliatela a fettine sottili. Eliminate poi dagli agrumi la parte bianca della buccia perchè amara e mettete a nudo la polpa. Tagliate quest'ultima a fettine ed eliminate tuti i semi.
Versate la polpa degli agrumi e la buccia in una casseruola, aggiungete abbondante acqua (circa un litro) e mettete al fuoco. Fate bollire il tutto per circa un'ora a fuoco basso e mescolando in continuazione. La polpa si dovrà ridurre di circa la metà. Aggiungete quindi lo zucchero, rimescolate e lasciate cuocere fino a quando vedrete che il composto sarà divenuto ben denso (il tempo di cottura si aggirerà sui 20 o 30 minuti).
Togliete la marmellata dal fuoco, lasciatela raffreddare un poco, poi invasatela.
Lasciate raffreddare completamente, chiudete ermeticamente i vasi e conservateli in luogo fresco e asciutto.

ABBRONZATURA ARTIFICIALE


PRECAUZIONI E CAUTELE

6 Regole da seguire per non correre rischi

1 - Non devono sottoporsi a lampade abbronzanti: minorenni, donne in stato di gravidanza, persone di pelle chiara (fototipi I e II), chi ha un elevato numero di nei (soprattutto se irregolari), chi ha sofferto di frequenti scottature solari durante l'infanzia, che ha lesioni cutanee maligne o pre-maligne, chi ha familiarità per il melanoma.

2 - Evitate di sottoporvi alla lampada abbronzante se nella stessa giornata vi siete esposti al sole. Secondo le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'esposizione alle lampade UV devono essere limitate a due sedute alla settimana, distanziate di almeno 48 ore l'una dall'altra. Comunque, non bisogna mai superare le 30 annuali.

3 - Se state prendendo dei farmaci, consultate il medico curante prima di andare in un centro abbronzante.

4 - Usate, senza alcuna eccezione, gli appositi occhiali protettivi durante l'esposizione agli UV. Non basta chiudere gli occhi.

5 - Quando vi sottoponete alla lampada, ricordate di non utilizzare alcun cosmetico (trucco, creme, profumo, deodoranti...) e di rimuovere le tracce dei cosmetici usati in precedenza.

6 - Andate solo in centri abbronzanti che si dimostarno attenti alle esigenze della vostra pelle, vi consigliano sui tempi e dosi, hanno una scheda personale con un numero delle vostre sedute. E dove, naturalmente, sono attente alla pulizia e all'igiene.

CACHI, MINIERA DI VITAMINE


Belli, rotondi, dolcissimi. Sulle nostre tavole da ottobre a gennaio fanno la loro comparsa i cachi (chiamati anche kaki o loti o diosperi in Toscana).

Si tratta di una bacca, dalla buccia e polpa color arancio, che può avere forma e grandezza diverse a seconda della varietà. È sempre una vera e propria miniera di vitamine, in particolare della A e della C.

Con un solo caco si assume più del 50% dell'apporto giornaliero raccomandato delle due vitamine. È anche una buona fonte di fibra: ogni frutto apporta il 13% della quantità quotidiana consigliata.

Ma attenzione a non esagerare con i consumi, perchè il cachi è piuttosto calorico: un frutto di 150 grammi apporta circa 100 calorie, contro le 70 di una mela e le 50 di un'arancia. L'alto contenuto energetico dipende dalla prrsenza degli zuccheri: il 16% l'equivalente di 5 cucchiaini, per un cachi.

Per gustarlo al meglio, il consiglio è quello di consumarlo solo a piena maturazione, altrimenti "allappa", cioè da al palato una sgradevole sensazione di ruvidezza. Per accellerare la maturazione si può chiuderlo in un sacchetto di carta con frutta che produce etilene, come mele, banane o pere.

martedì 15 dicembre 2009

SCUOLA: COSA DEVE ESSERCI NEL MENÙ


CHE COSA SERVE AI BAMBINI: MENÙ IDEALE

Ecco le porzioni consigliate per ciascun alimento all'interno di un menù settimanale.

* PRIMI PIATTI
Da 2 a 4 volte ala settimana.

* PRIMO PIATTO IN BRODO A BASE DI VERDURE
Da 1 a 2 volte alla settimana

* PIATTO UNICO
Da 1 a 2 volte alla settimana
(per esempio: lasagne, brasato con polenta, pizza, tortino di verdure e così via)

* CARNE
Da 1 a 2 volte alla settimana

* PESCE
Da 1 a 2 volte alla settimana

* UOVA
Da 1 a 2 volte alla settimana

* SALUMI
Da 1 volta ogni 2 settimane a 1 volta alla settimana

* FORMAGGIO
da 1 volta ogni 2 settimane a 1 volta alla settimana

* LEGUMI
Da 1 a 2 volte alla settimana

* VERDURE
3 o più volte alla settimana

* PATATE
Da 1 a 2 volte alla settimana

* FRITTI
1 volta ogni 2 settimane

* FRUTTA
4 o più volte alla settimana

* DESSERT
1 volta ogni 2 settimane

PRODOTTI ERBORISTICI: CONTA TANTO IL RITO DELLA PREPARAZIONE


Tisane e infusi a base di erbe sono tradizionalmente impiegati per la loro prorpietà di rilassare e favorire il sonno. Vanno bene per forma di insonnia leggere.

- MELISSA, FIORI D'ARANCIO, TIGLIO, PASSIFLORA

Sono alcune delle erbe a cui la tradizone erboristica riconosce proprietà calmanti. Purtroppo non ci sono studi clinici che ne abbiano provato la valenza sedativa. Non ci sono motivi per sconsigliarne l'utilizzo: bere una bevanda calda sicuramente tranquillizza, dal momento che l'elemento più efficace sta nel rituale della preparazione.

L'Italia è l'unico paese in cui la camomilla viene utilizzata per conciliare il sonno. Si tratta in realtà di un erba che facilita la digestione, cosa che ha i suoi effetti su un buon riposo. Ricordate che naturale non vuol dire privo di rischi, cercate di non eccedere nell'uso.

- VALERIANA

È un'erba usata fin dall'antichità per le sue proprietà sedanti, disponibile in capsule o tintura madre. Alcuni studi clinici -metodologicamente molto deboli- hanno cercato di dimostrare l'efficacia. I risultati delle ricerche non sono univoci. Questo non significa che dobbiamo rinunciare ad un rimedio, che in alcuni casi può costituire una valida alternativa ai farmaci, ma non li può sostituire completamente.

ESSENZE ARTIFICIALI DI FRUTTI


Anche la composizione di certe essenze artificiali di frutti, impiegate in profumeria e in confetteria, può essere interessante.

Ecco alcune formule:

- Essenza di ananas

una parte di formaldeide, 1 di cloroformio, 10 di etere amilbutirrico, 5 di etere butirrico, 3 di glicerina.

- Essenza di ciliegia

una parte di acido benzoico, 5 di etere acetico, 5 di etere benzoico, 5 di etere enantico, 3 di glicerina.

- Essenza di fragola

cinque parti di etere acetico, 3 di etere amilacetico, 2 di etere amilbutirrico, 5 di etere butirrico, 1 di etere formico, 1 di etere formico, 1 di etere metilsalicilico, 1 di etere nitroso, 2 di glicerina.

- Essenza di cognac

si ottiene eterificando gli acidi grassi volatili provenienti dalla saponificazione delle materie grasse.

lunedì 14 dicembre 2009

MEGLIO PREVENIRE SENZA FARMACI


La prima regola per la salute è cercare di mettere in partica alcuni buoni consigli, che possono aiutarci ad evitare problemi di tipo cardiovascolare (e non solo, visto che prevengono molte forme tumorali di diabete).

1 - SMETTERE DI FUMARE

Il fumo è considerato uno dei principali fattori di rischio. A parità di condizioni, raddoppia la possibilità di infarto.

2 - PERDERE PESO

in eccesso. Il modo migliore è riequilibrare la propria alimentazione e fare un po' di attività fisica,iniziando gradualmente.

3 - SEGUIRE UNA DIETA

povera di grassi saturi e colesterolo (ridurre la carne, specie se rossa, i salumi e i formaggi, eliminare i fritti e i condimenti a base di grasso animale).

4 - RIDURRE IL CONSUMO DI ALCOOL

Non bere più di un bicchiere-un bicchiere e mezzo di vino a pasto, ridurre al minimo i superalcolici.

5 - RIDURRRE IL CONTENUTO DI SALE

nella propria alimentazione. Questo significa minimizzare il ricorso a piatti pronti, che ne sono ricchi.

6 - PRATICARE UN'ATTIVITÀ FISICA

regolare per almeno 30 minuti al giorno: consigliata per esempio la camminata a passo svelto o il nuoto.

ALBUMINURIA


È un disturbo piuttosto frequente, che si riscontra come sintomo e conseguenza di parecchie affezioni, anche gravi e che si manifesta con presenza di albumina nelle urine. In sè è malanno di lieve entità, curabilissimo con i vecchi rimedi e con una dieta appropriata.
Si accompagna sempre alle malattie renali e frequentemente durante la gravidanza, ma può semplicemente dipendere da un colpo di freddo o da uno choc nervoso. In questi casi le nostre nonne guarivano l'albuminuria rapidamente, facendo ingoiare al paziente, ogni mattina, un cucchiaino da caffè d'argilla in mezzo bicchiere d'acqua. Se si manifestavano anche dolori ai reni, si applicavano sulla parte dei cataplasmi, sempre d'argilla, freddi, fino a quando scomparivano.
Tuttavia non sempre l'argilla è a portata di mano e non tutti possono digerirla facilmente. Si ricorre allora alle tisane.
Eccellente quella, specifica per tale malattia, di gambi di ciliege, ottenuta facendo bollire in 1 litro d'acqua per 5 minuti 50 gr di gambi. Trascoerso il tempo di bollitura, si lasciano in infusione i gambi per un quarto d'ora circa, poi si passa la tisana al colino. La dose è di un paio di tazze al giorno, fredda.
Se la stagione non è adatta, si ricorre ad un'altra tisana: quella di barbe di mais (50 gr), preparata esattamente come la precedente. Questo rimedio però, essendo più blando, deve essere preso in dosi maggiori. Praticamente, più se ne beve durante la giornata più la cura risulterà efficace e la guarigione rapida.
Anche l'orto offre un rimedio eccellente contro l'albuminuria: i fagioli e, più precisamente, il baccello dei fagioli.
Si prendono 100 gr circa di baccelli e si fanno seccare al sole o nel forno; si sminuzzano poi il più finemente possibile e si fanno bolire in 1 litro e mezzo d'acqua finchè, evaporando, il liquido si riduca alla metà. Si raccomanda di consumare la tisana, tiepida, entro un paio di giorni, bevendola tra un pasto e l'altro.
Questa ricetta, tuttora in uso, sembra risalga a Caterina de' Medici, regina di Francia, la quale,sofferente di albuminuria, la ebbe nientemeno che dal grande Nostradamus! E non è difficile che allo stesso sapiente personaggio si debba la cura a base di cenere che guariva tale disturbo e che si preparava semplicemente facendo sciogliere 150 gr di cenere in 1 litro di buon vino. Due bicchieri al giorno garantivano la guarigione.

domenica 13 dicembre 2009

SALVIETTE STRUCCANTI


Attenzione ai prodotti cosmetici che contengono un conservante, lo iodo propinilbutilcarbammato(o IPBC). Questo ingrediente, infatti, ha una potenziale azione irritante e allergizzante, soprattutto quando resta a lungo a contatto con la pelle, come nel caso delle salviette struccanti. A causa del suo uso diffuso nei cosmetici (anche in shampo, borotalco e trucchi) stanno emergendo alcuni casi di dermatite allergica da contatto e il fenomeno è in aumento, sebbene la Direttiva europea sui cosmetici ne permetta una quantità molto modesta. Consigliamo di evitare qualunque cosmetico senza risciacquo contenete IPBC, come appunto le salviette struccanti. Rassicuriamo invece le mamme, nelle salviette detergenti destinate ai bambini questo ingrediente non è presente, perchè vietato.

UNA POMATA PENOSA


Sognare l'erezione perfetta costa caro: ben 40 euro per poche applicazioni. E resta una chimera, soprattutto per chi soffre di un reale problema di salute legato a questa sfera della sessualità. Stimoxina, questo il nome del preparato, è un dispositivo medico molto pubblicizzato sui quotidiani nazionali. Non fatevi ingannare dall'aspetto autorevole della confezione e dal richiamo a "sperimentazioni di successo" nella sua presentazione: non è un farmaco e non può quindi vantare alcuna prorpietà terapeutica. Nonostante i ben studiati giri di parole, si capisce che questo preparato non fa altro che aiutare l'erezione fisiologica nelle persone sane. Perchè per usarlo bisogna massaggiare i genitali.E si sa quanto ciò sia terapeutico....

(Test salute n.78-2009)

FARMACI EQUIVALENTI: IL 100% È OK


I farmaci equivalenti (o generici, se preferite) funzionano come quelli di marca. Eppure i medici continuano a non esser convinti. Forse anche perchè le maggiori case farmaceutiche insistono sulle presunte differenze, per promuovere medicinali griffati.

Sono queste le due conclusioni di uno studio che ha esaminato una enorme mole di dati: da una parte tutte le ricerche pubblicate tra il 1984 e il 2008 relative a farmaci per disturbi cardiovascolari prescritti nelle due forme(equivalenti e di marca); dall'altra 43 editoriali di riviste mediche, che discutevano sull'intercambiabilità tra farmaci di marca e generici in ambito cardiovascolare.

Dagli studi risulta che tra i farmaci griffati ed equivalenti c'è una parità di effetti clinici praticamente nel 100% dei casi. E che quindi i medici e i pazienti dovrebbero utilizzarli in totale tranquillità.

Mentre dagli editoriali risulta che almeno metà degli autori esprimono dubbi sulla bontà dei farmaci equivalenti e sull'opportunità di usarli in sostituzione. Il pregiudizio è duro a morire.

SE I PICCOLI HANNO IL RAFFREDDORE


Il modo più sicuro ed efficace per curare nei bambini il raffreddore è quello di far bere loro molti liquidi, umidificare la casa e tenere pulite le narici con la soluzione fisiologica.

Negli Usa, l'associazione che rappresenta la maggior parte dei produttori di farmaci da banco per tosse e raffreddore ha deciso volontariamente di inserire nel foglietto illustrativo la dicitura "non usare nei bambini sotto i 4 anni di età", alzando di due anni il limite precedente .Questa decisione è stata presa per prevenire l'uso errato e per informare meglio i consumatori circa l'uso sicuro di questi prodotti nei bambini. I quali, lo ricordiamo, non dovrebbero assumere nessun farmaco, neanche da banco, senza il parere preventivo del pediatra.

sabato 12 dicembre 2009

RICONOSCERE UN BRAVO MEDICO


Prescrivere un farmaco non è difficile. Più complicato è prescrivere un farmaco in modo corretto. E' proprio sul miglioramento e sullo sviluppo di queste capacità da parte dei medici punta un recente articolo scientifico pubblicato sul Journal of the American Medical Association.
Sei i punti individuati per cambiare i comportamenti attuali e rendere i medici dei buoni prescrittori:

- cercare alternative al farmaco valide ed efficaci, proponendo cambiamenti dello stile di vita. E, soprattutto, sforzandosi di trattare le cause alla radice, non solo i sintomi;

- usare la massima cautela nelle prescrizioni e, quando possibile, rimandare il trattamento farmacologico;

- vigilare sugli effetti indesiderati, anche con la collaborazione dei pazienti,che devono imparare a riconoscerli;

- avere sempre un approccio cauto verso i nuovi farmaci, i cui effetti possono non essere ancora noti, e affidarsi ai risultati di studi clinici validi;

-condividere con pazienti i vari momenti della terapia, i dubbi e le necessità;

- valutare con attenzione i benefici e i rischi a lungo termine dei farmaci.

DIETA MEDITERRANEA: ECCO COSA FUNZIONA


L'alimentazione tipica dell'Europa meridionale allunga davvero la vita. In particolare, funziona: bere poco alcool, mangiare poca carne, abbondare in frutta, verdura, legumi e olio d'oliva.
Che la dieta mediterranea, cioè quella tradizionalmente seguita anche nel Sud Italia, faccia bene, è noto da tempo.
Un gruppo di studiosi ha voluto capire, più precisamente, quali sono gli elementi di questa dieta che maggiormente hanno un effetto sul calo della mortalità.
Per farlo, è stato seguito per più di otto anni un gruppo di persone sane(23.349 donne e uomini).I n questo insieme, sono state identificati coloro che seguivano una dieta aderente a quella mediterranea a quelle che avevano altre abitudini alimentari. Grazie alla registrazione dettagliata di diverse categorie di alimenti consumati (pesce, carne, frutta, verdura e via dicendo) si è potuto non solo confermare che la dieta mediterranea è legata a una mortalità significativamente inferiore, ma che i fattori che incidono sono soprattutto: basso consumo di alcool, di carne (e derivati), alto consumo di frutta, verdura, frutta secca, legumi e olio di oliva (ricco di acidi grassi moniinsaturi).

venerdì 11 dicembre 2009

TISANA PER QUALCHE CHILO IN PIÙ



Non voglio assolutamente che abbiate problemi a rientrare nei pantaloni dopo le grandi abbuffate delle prossime feste natalizie.
Per questo motivo Vi anticipo una bella tisana, se volete potete cominciare fin da adesso per perdere qualche chiletto.

- 50 gr quercia marina o fucus

- 50 gr asparago

- 50 gr malva foglie e fiori

- 30 gr rosmarino foglie

Mescolare le erbe tritate e bollirne un cucchiaio in 300 ml di acqua per 7 minuti.Colare e bere due tazze al giorno a digiuno.

Accompagnare la tisana a 2 cucchiai di succo di crauti prima di pranzo.

giovedì 10 dicembre 2009

AGRIMONIA


Agrimonia eupatoria

Appartiene alla famiglia delle Rosacee: cresce spontanea nelle zone montane e submontane dei paesi a clima temperato, è assai comune in Italia.
Ha foglie pennatosette e fiori a 5 sepali e 5 petali in racemi terminali. Comprende 10 varietà. Dalle foglie si ricava un olio volatile antidiarroico e astringente da applicarsi in uso esternpo.
Il nome viene dal greco e la parola deriva da argemos, che specifica la sua celebrata proprietà: quella di guarire gli orzaioli e le macchie degli occhi.

Celebrata da Plinio, che le attribuiva un potere eccezionale per guarire un fegato malandato, l'agrimonia venne sempre tenuta in gran conto dalla medicina che -grazie al suo profumo aromatico- la mescolò spesso a unguenti e pomate.
Nel I secolo d.C. Dioscoride prescriveva l'agrimonia al suo paziente
-Nerone- per eliminare gli acidi urici e i dolori artritici. Messa a bollire nel vino insieme a un po' di frumento e spalmato il liquido freddo sulla parte, porta rapidamente a soluzione un ascesso o un foruncolo.
Contro i calcoli renali e i dolori ai reni la prescriveva Ippocrate, macerata nel vino rosso e aggiungendo al tutto del miele.

Più avanti nel tempo le sue foglie furono adoperate come cicatrizzanti e nel 1500 un famoso medico italiano, Mattioli, la consigliava, mescolata a un po' di latte, come ricostituente.
Le proprietà sfruttate oggi sono quelle antinfiammatorie per le vie respiratorie, per lo stomaco, per il fegato e per i reni.

VIN BRULÈ


INGREDIENTI:

* 2 stecche di cannella
* 8 chiodi di garofano
* 1 fetta di arancia essiccata (in forno)
* 1 fetta di limone essiccata
* 1 bottiglia di vino rosso corposo
* 200 gr di zucchero
* vino rosso

Mescolare assieme gli ingredienti e scaldarli a fiamma dolce fino ad ebollizione mescolando, di quando in quando, con un cucchiaio di legno.
Far evaporare l’alcool fiammeggiando la superficie.

Per la sua azione sudorifera questo vino, conosciuto da molto tempo, è ottimo coadiuvante nella cura del raffreddore e influenza.

Prenderne una tazza molto calda prima di coricarsi, dolcificando con miele.

mercoledì 9 dicembre 2009

GINEPRO


- Il ginepro è un cespuglio selvatico che cresce in zone argillose o rocciose o in terreni collinosi molto secchi; le bacche sono mature in ottobre.

- Si usano le bacche di ginepro per aromatizzare il gin, per preparare aceti e per le marinate. Se le adoperate per dar profumo a uno stufato, alla selvaggina o a una salsa, sarà bene chiuderle in un sacchettino di garza, per toglierle a cottura ultimata.

- Unite ad altre erbe aromatiche ed emollienti, le bacche di ginepro sono particolarmente efficaci contro i disturbi renali o in caso di indigestioni leggere. Sono utili anche come diuretico stimolante nelle cistiti e nelle infezioni del sistema urinario.

- Le bacche seccate possono anche essere usate in altri modi. Per far scomparire gli odori spiacevoli da una stanza, mettetene un cucchiaino in una pentola d'acqua bollente e lasciate che i vapori impregnino l'aria. Oppure mettete le bacche in un recipiente di acqua calda posto su di un calorifero o una stufa. È interessante sapere che in Francia il ginepro e il rosmarino sono stati usati per secoli come disinfettanti.

ALCHERMES DI FIRENZE (liquore)


INGREDIENTI:

- 12 gr cannella
- 10 gr coriandolo
- 7 gr cocciniglia
- 3 gr macis
- 2,5 gr chiodi di garofano
- 5 gr scorza di arancio dolce
- 3 gr anice stellato (fiori)
- 10 granelli cardamomo
- mezza stecca vaniglia
- 600 gr alcool puro a 95°
- 600 gr zucchero
- 100 gr acqua di rose

Pestate nel mortaio tutte le droghe (meno la vaniglia che taglierete a pezzettini) e mettete il tutto in un bottiglione con l'alcool e 300 gr di acqua pura.
Tappate il recipiente e lasciate in infusione un paio di settimane ricordando di agitarlo almeno una volta al giorno.
Trascorso questo tempo fate sciogliere a freddo lo zucchero in mezzo litro d'acqua pura e unitelo all'infuso, agitate bene e lasciate riposare per un'altra giornata.
Alla fine filtrate il liquore (con un cono di carta da filtro) e aromatizzatelo con l'acqua di rose.

martedì 8 dicembre 2009

CURA DI CIPOLLE CONTRO I CALLI


Ve ne propongo due.

1) INGREDIENTI:

- 2 fette di pane bianco
- 2 fette di cipolla
- ¼ di litro di aceto naturale

Mettete in una terrina il pane e la cipolla: versate l'aceto e lasciate riposare per 24 ore. Coprite il callo con il pane e sopra posate le fette di cipolla. Fissate con una fasciatura, coprite con un calzino e lasciate così per tutta la notte.

2) INGREDIENTI:

- 1 cipolla cotta
- pari quantità di sapone neutro

Schiacciate la cipolla e mescolatela con il sapone. Spalmate il composto su un pezzo di garza e applicate sul callo. Questa ricetta si trova, in diverse versioni, in molti libri di consigli domestici.

CURCUMA

La curcuma, erba rizomatosa di origine orientale, è impiegata nella preparazione dei sottaceti o del curry (che le è debitore del suo colore giallo acceso).
L'Ufficio di igiene americano dice che l'olio curmerico contenuto in questo vegetale dissolve la colesterina, una componente della bile responsabile del formarsi di calcoli, e pertanto è l'alimento principe a protezione della vescica biliare.

CUCINARE NEL MODO GIUSTO


- Evitate alle vostre verdure di affogare in troppa acqua. L'eccesso di acqua(che poi dovete gettare) fa disperdere tutti gli elementi nutritivi della verdura, oltre a fibrarla. E lo spreco riguarda soprattutto le vitamine, i sali minerali e gli enzimi solubili in acqua. La cottura a vapore è l'ideale. L'optimum si ha usando le speciali pentole per la cottura a vapore, in cui la verdura non è a contatto con le due dita d'acqua che bollono in fondo. Ma si può benissimo ottenere lo stesso risultato mettendo le verdure nello scolapasta e infilandolo in una grossa pentola. Anche qui, poca acqua sul fondo in modo che i legumi non si bagnino. Si deve poter usare un coperchio che chiuda bene per non lasciare sfuggire il vapore. Le folgie tenere devono essere appena scottate, le altre cotte fino a quando si saranno ammorbidite.

- Cuocere le verdure a fuoco basso: serve a non far disfare le fibre dei vegetali e a conservarle al massimo il loro valore nutritivo.

- Cercate di usare delle pentole a più strati per cuocere le vostre verdure. Economizzerete calore e tempo, e avrete meno pentole da lavare. Ricordatevi che c'è sempre più calore negli strati bassi, quindi cucinate in basso le verdure fresche e nei piani superiori gli avanzi già cotti. La parte superiore si deve usare per cuocere a vapore i piselli o i fagioli, oppure preparare una salsa. Si può usare la parte superiore anche per piccole quantità di cibo. In una padella si seccherebbero facilmente, ma messi sopra al vapore rimangono teneri.

- La pentola in cui cuociono le verdure deve essere sempre coperta quando non si tratti di verdure verdi (spinaci, fagiolini, piselli). Evitate di mescolare troppo quello che cucinate. Una cottura eccissivamente prolungata in troppa acqua riduce il contenuto di vitamine.

- SFIDA: provate a mangiare per un'intera giornata soltanto cibi crudi.

POT- POURRI RINASCIMENTALE


In svariate zone del mondo, frequentando oscure drogherie o moderne erboristerie, multicolori mercati o maleodoranti bazar, potrete acquistare preziosi ingredienti per il vostro pot-pourri: legni dai caldi profumi, resine amare e persistenti, freschi miscugli di erbe di prato, preziosi aromi orientali, misteriose cortecce o radici, variopinti sacchetti di erbe,....

Non esitate ad acquistare anche prodotti che non conoscete; il loro prezzo è normalmente abbordabile, le quantità necessarie spesso molto esigue e le possibilità di amalgamarli creando sempre nuove fragranze, praticamente illimitate!

Il pot-pourri che Vi propongo è uno di quelli più belli e profumati che hanno attraversato i secoli per giungere fino a noi e regalarci dei magici momenti, momenti in cui spezie e profumi orientali erano doni regali.

Mescolate petali essiccati delle più comuni piante (rose, gelsomini, peonie) a erbe aromatiche quali la melissa, il timo, la lavanda, l'asperula e il rosmarino, in dosi uguali. Aggiungete un cucchiaino di chiodi di garofano polverizzati, uno di coriandolo, uno di cumino e uno di resina di benzoino, sempre ben polverizzati. Mesclate bene e aggiungete per ogni etto di piante, un grammo di essenza di geranio e uno di essenza di sandalo. Mescolate ancora e disponete a strati dello spessore di mezzo centimetro ciascuno, alternati con strati di sale fino. Lasciate amalgamare bene prima di utilizzare questo prezioso insieme.

lunedì 7 dicembre 2009

CREMA BASE DI GALENO


INGREDIENTI:

- 150 gr cera vergine
- 400 gr olio di mandorle dolci
- 1 tazza di acqua distillata con qualche goccia di spirito d'aceto

Questa ricetta, inventata da Galeno nel secondo secolo avanti Cristo, è sempre stata considerata la formula originale della crema da giorno. Al posto dell'olio di mandorle dolci, Galeno utilizzava olio di rose, sostanza oggi troppo rara e costosa per l'uso corrente.

Potete però usare acqua di rose anzichè acqua distillata e profumare la crema con un poco di estratto di lavanda o di rosmarino.
È una crema di base eccellente per tutte le pelli, tranne le più grasse.

Potrete aggiungervi un estratto di erbe ammobidenti e emollienti, oppure preparare un olio alle erbe con l'olio di mandorle dolci, o ancora fare un infuso con l'acqua distillata.

COLLUTTORIO ALLE SPEZIE


INGREDIENTI:

- 20 gr semi di anice verde
- 10 gr anice stellato
- 5 gr trifoglio
- 5 gr cannella in stecca
- 10 gr angelica
- 200 gr alcool 90°
- 3 gocce olio aromatizzato alla menta

Fate macerare nell'alcool per due settimane tutti gli ingredienti salvo l'olio. Filtrate, poi unite l'olio aromatizzato alla menta.

Per sciacquarvi la bocca usate un bicchiere d'acqua fresca con aggiunto un cucchiaio del liquido.

Vi rinfrescherà la bocca e l'alito.

CREMA NUTRIENTE PER IL CONTORNO DEGLI OCCHI


INGREDIENTI:

- 50 gr olio aromatizzato al rosmarino
- 25 gr olio di germe di grano
- 25 gr burro di cacao

Riscaldate gli ingredienti pian piano, tutti insieme, poi battere finchè non si sia raffreddato.

Questa crema serve ad impedire la formazione di rughe precoci intorno agli occhi, idratando la regione perioculare che "soffre" sempre di secchezza cutanea.

domenica 6 dicembre 2009

AMARO ORIENTALE (liquore)


INGREDIENTI:

- 25 gr di cannella
- 10 gr di chiodi di garofano
- 10 gr di arancio amaro scorza
- 10 gr di galanga
- 5 gr di cardamomo
- 5 gr di zenzero
- 1 litro di grappa

Frantumate le spezie in un mortaio e ponetele a macerare nella grappa per 12 giorni in un vaso chiuso agitando due volte al giorno. Filtrare e imbottigliate tappando con sughero e ceralacca.

Attendete almeno tre mesi prima di servire questo liquore dall'aroma esotico, che presenta miracolose proprietà digestive.

sabato 5 dicembre 2009

MELE COTOGNE


1) Questo frutto acidulo, anche al massimo della sua maturazione, è praticamente immangiabile. Ma la brava cuoca non disarma e considera la mela cotogna un prodotto fondamentale per le sue gelatine di frutta e le sue marmellate. (La parola marmellata deriva dal portoghese: marmelada dal latino melimelum, "melo innestato sul cotogno").

2) Si può ottenere un ottimo rimedio per le tossi comuni, e per gli arrosamenti di gola e le tonsille infiammate, facendo uno sciroppo di succo di mela cotogna, zucchero grezzo o miele, e qualche goccia di composto di tintura di benzoino. A ogni tazza di questo decotto privo di glicerina aggiungete una tazza di infuso di tussilaggine e di timo (1/2 cucchiaino di ognuno per ogni tazza e 1/2 di acqua calda).

3) Da decine di anni ormai la lozione di mele cotogne viene usata per ammorbidire la pelle delle mani, come fissatore per mettere in piega i capelli, e come lozione per gli occhi. Questa lozione si prepara aggiungendo a dell'acqua molto calda semi di mela cotogna; si lascia poi raffreddare e si passa al colino. Per finire, si aggiunge un po' di glicerina.

4) Molti anni fa una pomata per i capelli molto diffusa in America (Bandoline) era preparata con mucillaggine di mela cotogna e acqua di Colonia. Uomini e donne l'applicavano sui capelli per renderli lisci e lucenti come quelli di Rodolfo Valentino.