Alberello o arbusto (6 m) con corteccia grigio scura e rami che all'interno contengono un midollo bianco. Le foglie, di colore verde brillante, sono picciolate, opposte, imparipennate con 5-7 foglioline ovato-lanceolate appuntite, a margine dentato. I fiori sono bianchi profumati, raccolti in vistose false ombrelle piatte, su lunghi piccioli; compaiono a fine primavera-estate. Il frutto è una piccola bacca succosa, che a maturazione assume un bel nero lucente. Comune lungo i viottoli e i torrenti, in incolti e boscaglie, viene spesso utilizzato per formare siepi divisorie fra i campi.
PROPRIETÀ
Sudorifero, bechico, lassativo, risolvente, diuretico.
IMPIEGO
Infuso, decotto, sciroppo, succo e vino per febbre e stati influenzali, per eliminare gli acidi urici e favorire la sudorazione. Per uso esterno cataplasmi di fiori e foglie pestate per emorroidi e ascessi, di soli fiori per geloni e attacchi di gotta. Il decotto è utile in lavaggi per schiarire la pelle del viso e in compresse per scottature e arrossamenti.
In cucina si possono impiegare i frutti per la preparazione di gelatine, marmellate e biscotti; i giovani getti terminali, privati delle foglioline vengono lessati a lungo e serviti come gli asparagi; le ombrelle fiorali possono essere passate in pastella (dolce o salata) e fritte.
AVVERTENZE
Tutta la pianta (ma soprattutto i frutti) consumata in dosi elevate causa nausea, vomito, dolori addominali; va evitata da chi soffre di stomaco debole: non confondere le bacche del sambuco con quelle di altre specie velenose.
CURIOSITÀ
In montagna si trova un altro tipo di sambuco (S. racemosa) con frutti di colore rosso, che ha le stesse proprietà di quello nero.
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