"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

mercoledì 12 maggio 2010

ASPARAGO


Asparagus officinalis L.

Gigliaceae Asparagoidea dell'Europa e dell'Asia. In Italia si trova qua e là nei luoghi freschi, specialmente sabbiosi. È molto coltivato per i giovani getti (turioni) commestibili.
LA PIANTA

Il rizoma strisciante, breve, emette fusti alti circa un metro (fino a due nelle piante coltivate), grossi 1-3 cm, con foglie ridotte a squame. I rami numerosi e sottili portano squame più piccole, che hanno all'ascella cladodi lunghi fino a un paio di cm, larghi un mm o meno (le cosiddette foglie dell'asparago: le vere foglie invece sono le squame). I fiori sono lunghi circa mezzo centimetro, larghi circa la metà, biancoverdi. Il frutto è una piccola bacca rossa con pochi semi neri relativamente grossi.

LA DROGA

Il rizoma è di colore grigio chiaro, lungo una decina di cm, grosso fino a un paio di cm, tutto coperto superiormente da avanzi o cicatrici dei vecchi fusti (nella parte vecchia) o da grosse gemme. Tanto le gemme, quanto il rizoma sono mascherati da squame larghe e dure. Sulla faccia inferiore sono inserite le radici numerose, grosse mezzo cm circa, carnose, lunghe anche qualche decimetro, alquanto tortuose e irregolari, semplici. Rizoma e radici sono molto tenaci e difficili da troncare. Frattura quindi molto fibrosa; superficie di sezione biancastra. La sezione del rizoma mostra numerosi e sottili fasci delle monocotiledoni; quella della radice mostra la corteccia bianca, rivestita da sughero spesso e duro: il cilindro centrale è grosso circa 1 mm. L'odore è gradevole, il sapore dolciastro. Mancano l'amido e il tannino.

Si liberano dalla terra e si seccano interi, lasciando anche le radici.
Seccando, le radici per lo più si fanno grinzose; spesso però rimangono cilindriche e distese e diventano spugnose all'interno, in modo che si schiacciano facilmente.

Si usa come diuretico.
È poco richiesto.

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