"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

lunedì 12 aprile 2010

ELLEBORO BIANCO (Veratro)


VERATRUM ALBUM L.
Gigliacea delle parti temperate dell'Europa e dell'Asia. In Italia si trova, qualche volta in grande quantità nei pascoli montani, specialmente umidi,delle Alpi e dell'Appennino.
VELENOSA!

LA PIANTA
È un'erba perenne, con rizoma breve verticale che termina nel fusto aereo; quando, nell'autunno, il fusto che ha portato i fiori muore, si sviluppa una gemma laterale, che darà un altro tratto di rizoma con foglie e (magari dopo 4-5 anni) un nuovo fusto. Quindi il rizoma appare formato di due pezzi, inseriti uno sull'altro a baionetta (i pezzi più vecchi sono morti).
La pianta ha generalmente un solo "fusto", alto fino a un metro o più e fiorifero in alcune piante, più basse e sterile nelle altre. Ma se raccogliamo uno di questi "fusti sterili", possiamo vedere, specialmente se lo lasciamo seccare, che è formato dalle guaine delle foglie, infilate una nell'altra, guaine che possiamo "sfilare" facilmente.
È quindi un falso fusto (come nella cipolla e nell'aglio che non fioriscono). La lamina è in tutte ellittica (fino a 15x10 cm e più), glabra sulla faccia superiore, pubescente sull'inferiore, pieghettata per il lungo, con numerosissimi nervi paralleli, alcuni dei quali più grossi degli altri.
I fusti fertili sono veri fusti, grossi fino a 1 cm, midollosi.
I fiori sono in pannocchia terminale, poligami (parte ermafroditi, parti maschili, il perigonio nella forma tipica è bianco all'interno e verdognolo all'esterno; nella var.,Lobelianum molto più comune da noi, è tutto verdognolo. Rimane anche a circondare il frutto, che è una cassula setticida, lunga poco più di 1 cm, con pochi semi alati.

LA DROGA
Il rizoma si raccoglie nell'autunno. È lungo 5-7 cm, grosso un dito circa. La parte più vecchia è bruno-nerastra, con numerose radici grosse 2-3 mm; la più giovane, spesso inserita sulla vecchia un po' lateralmente, è di un colore più chiaro e termina con un cappuccio di guaine foliari. La superficie di sezione è di un colore bianco sporco, con una linea giallo-bruna che divide la corteccia dal cilindro centrale. La corteccia è grossa da 1/5 a 1/3 del raggio, con qualche sottilissimo fascio fibrovascolare; nel cilindro interno i fasci sono numerosi sparsi: in sezione appaiono come puntini (quelli tagliati trasversalmente), o come lineette (quelli che si ripiegavano in fuori per andare alle foglie, e sono venuti tagliati per il lungo).
È inodoro (la polvere annusata provoca starnuti), amaro o dolciastro. Masticato "brucia": il bruciore dura parecchi minuti ed è seguito poi da un senso di formicolio e di fresco.
La reazione dell'amido è intensa.
Si secca o tale quale, solo ripulito dalla terra, o privato delle radici e tagliato trasversalmente a pezzi.

RICONOSCIMENTO
L'elleboro verde e il nero non hanno in comune col bianco che il nome volgare. L'elleboro verde americano è il Veratrum viride, affine al nostro ma non uguale (quindi non si confonda con le varietà verde dell'elleboro bianco).

L'elleboro bianco contiene alcaloidi (protoveratrina, jervina, pseudojervina, ma non veratrina). Si usa all'esterno contro certi parassiti della pelle (pulci, pidocchi, scabbia, ecc.), all'interno come emetico, purgante drastico, come sedativo. Entra nella composizione di certi polveri da "tabaccare". È iscritto nelle Farmacopee svizzera e tedesca, ma va usato con molta prudenza per la sua tossicità. Si usa specialmente in veterinaria. Da noi è poco richiesto.

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