LEGNO- Dubbi tra le aziende per i costi dell'operazione
LA DOMANDA CHIAVE- Il mercato si chiede se i consumatori sono disposti a spendere di più per matrie prime provenienti da zone tutelate.
L'obbiettivo è di vasta portata: promuovere anche in Italia una gestione "sostenibile" dell'intera filiera del legno che coinvolge due settori trainanti per l'economia e le esportazioni quali l'industria del mobile e dei componenti per l'edilizia. "Gli strumenti oggi esistono e uno dei perni è rappresentato dalla certificazione forestale", spiega Ettore Corà, responsabile commerciale di Corà Legnami e membro del consigio direttivo del gruppo giovani di Federlegno Arredo. Oggi nel mondo esiste una coscienza diffusa della necessità e del valore economico di una salvaguardia delle risorse forestali.
L'obbiettivo è perseguito dai Governi dei Paesi produttori, con normative che impediscono il taglio indiscriminato delle foreste, regolandone la gestione, inclusa la sostituzione delle piante tagliate.
"Il risultato è che in Europa le foreste sono tornate a crescere. Anche in America Latina, Brasile incluso, la situazione sta cambiando - rivela Corà che aggiunge - In Asia il buon esempio è venuto dalla Malaysia e ora è seguito anche dall'Indonesia grazie ad un programma che gode del supporto del Fondo monetario internazionale. Le lacune si concentrano in Africa. Complessivamente la situazione sta migliorando, ma in alcuni Paesi
resta una forte incertezza sulle regole e ancora di più, sulla loro applicazione."
La certificazione garantita da appositi organismi internazionali estranei agli interessi di produzione e agli interessi locali, rappresenta quindi una garanzia ulteriore. E' basata su indicatori che consentono di verificare cosa e quanto viene tagliato dai singoli produttori, con quali metodi, con la quale impatto su suolo, fauna, flora e con quali conseguenze sulla popolazione locale. In Italia sono diffusi due sistemi: quello gestito dal Pefcc (Pan european forest certification council) adottato (e promosso) principalmente dai produttori dei Paesi europei e quello del Fsc(Forest stewardship council) sostenuto anche da organizzazioni come il Wwf e Green peace più adatto per le tematche di gestione delle foreste tropicali per le quali non è possibile adottare criteri identici in quanto i Paesi e le situazioni in quanto i Paesi e le situazioni di partenza possono essere molto diversi.
La sostenibilità certificata Fsc e Peefc però ha un costo, e sotto questo profilo resta una sfida. "Le aziende che utilizzano il legno per la produzione di mobili, infissi, pannelli sono stimolate a utilizzare materiali certificati solo se percepiti dal consumatore come un valore - spiega Corà che aggiunge - lo sforzo che stiamo facendo, con le aziende del settore, nel contesto di Federlegno, è di garantire la tracciabilità dei materiali in tutte le fasi in modo che sul prodotto finito possa apparire il marchio della certificazione forestale. Stiamo anche valutando un'azione di sensibilizzazione ma poi è importante che le stesse aziende utilizzatrici facciano uno sforzo di comunicazione", conclude Corà. L'ultima parola spetterà ai clienti finali: saranno disponibili a pagare qualcosa di più per un prodotto nel quale si certifica la provenienza della materia prima da foresta certificata?
IL SOLE 24 ORE-LUNEDì 24 NOVEMBRE 2008
wei anti,siete messi bene anche qua,ogni tanto vengo a dare un'occhiata,dopo tutto epi e le erbe fa parte della galassia epicuro,ciao
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