"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

mercoledì 5 agosto 2009

HOODIA


HOODIA è un genere di piante della famiglia delle Apocinacee (sottofamiglia Asclepiadoideae) che comprende 14 specie, endemiche dell'Africa sudoccidentale (Namibia e Angola).
Vengono spesse informalmente indicate come cactus a causa della somiglianza esteriore con le Cactacee, famiglia con cui non sono tuttavia correlate.

Usi
Alcune di queste piante sono usate dai boscimani a scopi medicinali, e hanno recentemente suscitato l'interesse delle industrie farmaceutiche per le loro possibili applicazioni alla cura dell'obesità. La possibile appropriazione delle conoscenze tradizionali dei boscimani da parte delle case farmaceutiche occidentali è stato talvolta criticato come caso di biopirateria.

(Wikipedia)


POI HO TROVATO ALTRE NOTIZIE, MI SEMBRANO PIU' COMPLETE.


La HOODIA GORGONII è un cactus della famiglia delle Asclepiadacee coltivato dalla tribù sudafricana dei San (boscimani) che la utilizzano (il fusto) per inibire lo stimolo della fame (i principi attivi sono i pregnanglicosidi) e affrontare lunghe marce nel deserto. Tutto questo è molto pittoresco, anche se spesso la descrizione si spinge nel patetico come nel sito americano in cui si dice che i boscimani la usano per contrastare l'obesità infantile (nel Terzo Mondo???).

La polvere di Hoodia è color senape tendente al verde e la posologia va da 200 a 400 mg prima dei pasti.

Funziona? - Il meccanismo di funzionamento sarebbe il seguente: il principio attivo (una molecola scoperta nel 1996 e denominata P57) della Hoodia invierebbero al cervello un messaggio di sazietà non appena superato un certo quantitativo di calorie. In sostanza mimerebbe l'azione del glucosio. L'azione della Hoodia partirebbe pertanto dopo un certo introito calorico, stimato attorno alle 2.200 calorie.

La Pfizer ha acquisito il brevetto (dopo una lunga vertenza legale con gli stessi San a cui andrà una parte dei profitti) per studiare un prodotto con prescrizione, in vendita probabilmente dal 2007.

La ricerca - È incredibile come molti articoli parlino di ricerche quando l'unica ricerca nota (inglese) è una ricerca su 19 soggetti obesi alcuni dei quali assumendo Hoodia sono arrivati a mangiare 1.000 kcal di meno al giorno. Del resto se cercate "chitosan" in Publimed (il database delle pubblicazioni mediche) trovate 1995 ricerche, se cercate "hoodia" ne trovate 1 (settembre 2004)! Gli errori nella trasmissione dell'informazione

- Se si leggono attentamente le righe soprariportate si capisce perché la Hoodia non può funzionare come dimagrante da banco.

1) La sua azione non è percentuale, ma è a soglia. Ciò significa che chi è in sovrappeso perché ha un metabolismo basso (come molti over 35-40) è comunque spacciato perché non arriva alla soglia in cui la Hoodia è attiva. La Hoodia non è cioè un anti-fame proporzionale, ma assoluto. Arrivato a un certo limite, scatta l'inibizione. Peccato che questo limite sia superato solo da chi è obeso, non da chi è genericamente sovrappeso.

2) Il limite non è, come riportato erroneamente da alcuni, giornaliero, ma ovviamente è per singolo pasto, come del resto è fisiologicamente comprensibile (del resto simula l'azione del glucosio). Consideriamo un soggetto normopeso di 64 kg per 170 cm di altezza che assume 400 kcal a colazione, 200 (merendina) come spuntino, 1.200 kcal a pranzo, 200 kcal a merenda, 1.000 kcal alla sera e uno spuntino da 200 kcal prima di coricarsi (dolcetto!). Totale: 3.200 kcal al giorno, ben distribuito. Nel giro di un paio di mesi, il soggetto aumenterà (se per fissare le idee supponiamo il suo fabbisogno calorico di 1.900 kcal) di 6-8 kg. Il nostro esempio, come moltissime altre persone, ingrassa perché mangia sempre, non perché si abbuffa con pasti da 3.000 kcal (come invece fanno gli obesi).

Morale: se la Hoodia scatta a 2.200 kcal, l'inibizione nel nostro esempio non scatterà mai e il soggetto avrà sempre fame.

La logica - Perché la Pfizer attenderà fino al 2007 (dopo studi e ulteriori ricerche) per far uscire un dimagrante da prescrizione e non ha immesso un dimagrante da banco a base di Hoodia? Perché sa che può funzionare per i grandi obesi (abituati a pasti da 3.000 kcal), ma non per la maggioranza di chi è in sovrappeso.Perché se la molecola e la storia dei San è nota dal 1996, se ne parla solo nel 2004? Perché prima si sono sparate le altre cartucce e ora con la "novità" si cerca di reimpallinare chi è già stato deluso dalle precedenti sostanze. La ricerca di MacLean e Luo (settembre 2004, pubblicata su Brain Res. 1020 (1-2):10-11) non fa altro che sottolineare le difficoltà di un dimagrante da banco.

Infatti a fronte di iniezioni intracerebroventricolari di P57 (il principio attivo della Hoodia) in animali si riscontra un aumento dell'ATP del 50-150% nei neuroni ipotalamici. La ricerca conclude che l'incremento di ATP potrebbe essere un segnale per il senso di sazietà basato sulla sensazione di energia.

La ricerca sintetizza le difficoltà dei prodotti da banco a base di Hoodia:

1) quanto principio attivo (P57) è contenuto in 0,5 g di estratto secco di Hoodia (il contenuto classico di una capsula)? Nessuno lo dice.

2) quanto P57 arriva direttamente nell'ipotalamo? Un conto è parlare di iniezioni intracerebroventricolari e un conto è parlare di assorbimento alimentare.

3) la sazietà non si basa solo sulla sensazione di energia, ma ha anche altre cause.

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