"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

domenica 18 gennaio 2009

I MONACI PRESCRIVEVANO REGOLARMENTE DEI PURGANTI




(questa è la foto dell'Abbazia di San Galgano, in provincia di Siena, dove tanti anni fa mi sono sposata)

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Non tutti gli ordini monastici erano come i Benedettini che accoglievano anche i malati provenienti dall'esterno del monastero; alcune congregazioni, infatti, curavano solamente gli abitanti del monastero e li sottoponevano a precise terapie, a volte anche abbastanza strane. Alcune Regole, per esempio, prescrivevano che in un determinato periodo dell'anno tutti i monaci, indipendentemente dal loro stato di salute, facessero un salasso, o prendessero dei purganti. La cura dell'intestino era, infatti, uno dei compiti più importanti del medico del convento poichè si riteneva che la causa principale di tutte le malattie fosse proprio un cattivo funzionamento dell'apparato digerente, come se "il sangue venisse inquinato da altri succhi corporei".


Nei sotterranei del monastero di San Gallo (Svizzera), eretto intorno all'anno 820, è stata ritrovata addirittura una stanza appositamente preparata per praticare purghe e salassi anche a più pazienti in una volta.
E se anche ci sembrano strani i metodi elaborati dai medici medioevali, non possiamo non riconoscere che a volte avevano capacità veramente incredibili. E' il caso, per esempio, del phisicus Notker del monastero di San Gallo: chiamato un giorno dal vescovo di Costanza per curare le sue frequenti perdite di sangue dal naso, gli arrestò l'emorragia e poi gli disse che le perdite di sangue erano attribuibili al vaiolo; la malattia si sarebbe manifestata solamente dopo tre giorni. Notker era sicuro di ciò che diceva perchè l'aveva indovinato dall'odore del sangue. E davvero la previsione si realizzò: il vescovo si ammalò e venne guarito così bene dal monaco da non conservare in viso nemmeno la più piccola cicatrice. E le avventure di Notker non finiscono qui. Per mettere alla prova questo monaco tanto intelligente, Enrico I, duca di Baviera, gli inviò un campione di urina della sua cameriera, spacciandola per propria. Notker non si fece ingannare: gli disse che era incinto e che di lì a quattro settimane avrebbe messo alla luce un figlio, e per questo gli faceva le sue congratulazioni.





UNA SPECIALIA' DEI FRANCESCANI


Notker era uno dei monaci che prestava particolarmente attenzione alle piante coltivate nel giardino del suo convento; come molti suoi predecessori era consierato un grande intenditore di erbe medicinali, anche se accanto a personaggi come lui gli antichi documenti dell'alto Medioevo ci presentano altri gruppi di monaci che vagano per le montagne e si nutrivano esclusivamente di erbe selvatiche. Il loro nome era pabulatores, i pascolanti. Diversamente da costoro, le suore e i monaci dei conventi non si dedicavano alla raccolta delle piante selvatiche; essi le coltivavano nei giardini e a volte si specializzavano nella coltura di determinate piante.
I Francescani, per esempio, preferivano coltivare il Rabarbaro, lodato dall'allora famoso monaco Ruggero Bacone per la sua capacità di regolare l'intestino.
Anche altre erbe, comunque, venivano coltivate, raccolte e quindi conservate per poi essere utilizzate nella cura delle disfunzioni intestinali.

2 commenti:

  1. Posto magnifico e molto affascinante.Nell'interno si fanno delle foto magnifiche specialmente d'estate.Altro luogo eccezionale SAN ANTIMO che sicuramente conoscerai

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  2. Posto magnifico e molto affascinante.Nell'interno si fanno delle foto magnifiche specialmente d'estate.Altro luogo eccezionale SAN ANTIMO che sicuramente conoscerai

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