Prima colazione completa, con bevanda calda più prodotto da forno, per 2 italiani su 3. Un trend in crescita, se si pensa che a farla era solo un connazionale su due 15 anni fa il 16,5% in meno nel 1987. In calo i fedeli di cornetto e cappuccino al bar (il primo pasto del mattino viene consumato a casa 9 volte su 10, contro le 3 su 4 di 7 anni fa), mentre per quanto riguarda i prodotti preferiti, in tazza "spopola" il latte caldo e nel piattino vanno per la maggiore i dolciumi del supermerket (fette biscottate, biscotti secchi, merendine e rollini). I dati parlano, dunque, di una progressiva "conversione" del Belpaese ad un'abitudine da sempre predicata dagli esperti. Complici, la promessa di una carica di energia da incamerare per affrontare meglio gli impegni quotidiani e le suggestioni veicolate dai media. La scelta del latte come alimento ideale al risveglio è promossa a pieni voti dal professor Eugenio Del Toma, nutrizionista all'ospedale San Camillo Forlanini di Roma, che giudica il latte "una garanzia di equilibrio" (naturalmente per chi lo tollera, altrimenti va bene anche il latte di soia), soprattutto per l'alto contenuto di calcio facilmente assorbibile e approva il "latte intero come pure quello parzialmente scremato, lo yogurt e gli altri latticini". Secondo Assolatte ogni famiglia italiana consuma in media 120 litri di latte l'anno, per un totale nazionale di 2,4 milioni di tonnellate l'anno. E se negli ultimi 10 anni il mercato italiano del latte è stato segnato da una contrazione degli acquisti pari al 13% la perdita si è attenuata con un -2% l'anno dopo. Soprattutto per merito dell'avvento del latte fresco e a lunga durata che per Del Toma "avvantaggia i consumatori preservando gusto e qualità."
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