"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

mercoledì 18 novembre 2009

CAFFE', PIANO CON QUELLA TAZZINA


Secondo quanto raccontano molte donne, il primissimo sintomo della gravidanza è un'improvvisa quanto inspiegabile repulsione per il caffè.
C'è chi ritiene che il nostro organismo, influenzando i nostri gusti, sappia guidarci nel cercare o respingere gli alimenti, a seconda dei nostri bisogni del momento priva di conferme scientifiche, ma i suoi sostenitori si sentiranno confortati dai risultati di un recente studio sugli effetti dell'assunzione di caffeina durante la gestazione. Che conferma un dato già in parte noto: è consigliabile limitarla. La caffeina consumata nel periodo della dolce attesa aumenta infatti il rischio di partorire un bimbo sottopeso.
Lo dimostrano i risultati diuno studio su 2.635 donne, seguite a partire dalla ottava-dodicesima settimana di gravidanza. Alle partecipanti è stato chiesto quanta caffeina avessero l'abitudine di assumere, attraverso il caffè e tutte le altre fonti (tè, bibite tipo cola, cioccolata, altre bevande).
Confrontando le abitudini delle donne con il peso dei bambini alla nascita, è risultato che il peso del bambino in media diminuiva significativamente in proporzione all'assunzione di caffeina.
Quanto maggiore il consumo di caffeina, altrettanto il rischio che il bimbo nascesse sottopeso. La relazione tra assunzione di caffeina e minor peso è stata notata a partire da un consumo anche minimo (30 mg al giorno, un terzo di tazzina): ma il rischio aumenta notevolmente quanto più il consumo si alza, senza mai giungere a una soglia oltre il quale l'effetto cessa.

Consiglio conclusivo per le future mamme: ridurre il più possibile l'assunzione di caffeina.

(Fonte British Medical Journal)

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