(Verbascum thapsus L.)
DESCRIZIONE
Sembra un grosso cero, poichè il fusto non ramificato è guarnito di fiori. Si trova dal mare ai colli, nei luoghi secchi argillosi. È conosciuto anche come Pan delle Serpi, che è una pianta simile ma dalle identiche proprietà medicinali. In passato, con le foglie si facevano gli stoppini per le lampade a olio. I fusti si possono ardere nel caminetto.
PARTI DA USARE
Le foglie si raccolgono in primavera-estate, i fiori appena aperti in giugno-luglio. Essiccare all'ombra, conservare a lungo.
PROPRIETÀ CURATIVE
Decongestionanti, emollienti, antiinfiammatorie, lenitive, tossifughe.
INDICAZIONI
Malattie da raffreddamento, tosse, bronchiti, sinusiti. Infiammazioni intestinali e urinarie.
Per uso esterno: emorroidi, scottature, pelle irritata.
MODALITÀ D'USO
Il decotto di foglie si prepara con 1 cucchiaio per tazza, 1-2 tazze al giorno lontano dai pasti.
Per via esterna, il decotto si fa con 2 cucchiai per tazza. Filtrate accuratamente.
AVVERTENZE
Filtrate accuratamente il decotto, i peli sono irritanti. Meglio usare un filtro da laboratorio o un pezzetto di stoffa di cotone da buttare.
LA RICETTA
THÈ DEI QUATTRO FIORI
per calmare la tosse e facilitare il sonno dei bambini.
- 30 gr di fiori di verbasco
- 20 gr di papavero
- 10 gr di malva
- 20 gr di farfaraccio
Miele a volontà.
Curiosità
In Sicilia, nell'antichità, la cura della tosse, dal raffreddore e dalla faringite, veniva affidata alle così dette "maiare/mavare", donne che si diceva avessero poteri magici e che oltre a curare il "malocchio" erano pronte a curare anche piccole malattie.
Esse usavano proprio il tasso verbasco e accompagnavano le loro pozioni con questa formula : “cumpari tassu, passu e ti lassu l’attassu”.
Quando la “ maiara” usciva dalla stanza del malato diceva: “ ti salutu pani e tassu, stu cauro e stu friddu ca vi lassu, lu malanni si ni va via e la saluti torna arreri”.
Curiosità
In Sicilia, nell'antichità, la cura della tosse, dal raffreddore e dalla faringite, veniva affidata alle così dette "maiare/mavare", donne che si diceva avessero poteri magici e che oltre a curare il "malocchio" erano pronte a curare anche piccole malattie.
Esse usavano proprio il tasso verbasco e accompagnavano le loro pozioni con questa formula : “cumpari tassu, passu e ti lassu l’attassu”.
Quando la “ maiara” usciva dalla stanza del malato diceva: “ ti salutu pani e tassu, stu cauro e stu friddu ca vi lassu, lu malanni si ni va via e la saluti torna arreri”.
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