"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

lunedì 27 ottobre 2008

IL CARCIOFO



Questa è la settimana di INDI !!!

Caro Indi non prenderci gusto, perchè poi ti dimenticheremo per un po'.
Dopo la pantagruelica abbuffata di ieri è anche giusto che il suo organismo si depuri un po' e cosa troviamo di meglio in natura se non la pianta "più amata dagli Italiani!"
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CARCIOFO (Cynara scolymus L.)
Famiglia: Composite
Pianta erbacea perenne
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Il nome Cynara è di etimologia incerta, o dal greco Kìnara, nome di molte piante spinose, oppure dal genitivo latino cineris, cenere, per l'uso di coltivare queste piante, concimandole con la cenere, o anche per il loro colore. Scolymus, dal greco Skòlos, spina, cioè spinoso. Carciofo deriva dall'arabo Karschouff.


Nomi popolari
Arcicotaro, articiocc, bardu, cacocciul, carciota, cardu de
ortu, carduna, scarciofola, scalciota, sgalera
Dove cresce:
esiste solo coltivato.
Come si coltiva:
Il carciofo si moltiplica per carducci o polloni, oppure per pezzi di fusto provvisti di gemme, o in qualche caso, per seme. Si piantano i carducci in ottobre per i carciofi primaverili, proteggendoli durante gli eccessivi freddi invernali. Nei climi miti si piantano in luglio per avere i primi frutti a ottobre. Si riconosce per: il caule eretto, striato, molto ramoso e robusto, alto fino a un metro e mezzo; le foglie alterne dai bordi sinuosi, biancastre nella parte inferiore, per la presenza di peli, munite di spine pungenti in alcune specie, in altre (carciofi romani) le spine sono tronche; il grande capolino terminale celeste con brattee impropriamente dette
"foglie"(fioritura giugno/luglio).
Parti usate:
In medicina popolare le foglie caulari e il rizoma; in cucina i capolini fiorali, raccolti ancora in boccio.
Quando si raccolgono:
Le foglie da marzo a maggio; il rizoma in estate.
Come si conservano:
Le foglie si essiccano all'ombra, il rizoma, tagliato a fette, si essicca al sole.
Proprietà:
Aperitive, coleretiche, depurative, digestive, diuretiche, ipoglicemizzanti,
ipocolesterolemizzanti, toniche.
Per la salute:
USO INTERNO: decotto, tintura alcoolica e tintura vinosa delle foglie; decotto e tintura vinosa delle radici.
Per la bellezza:
Il carciofo ha proprietà tonificanti, vivificanti e bioattivanti dell'epidermide. Per uso cosmetico, si può impiegare il suo decotto per impacchi, particolarmente adatti per pelli stanche e devitalizzate. Con la parte interna più tenera, quella che normalmente si mangia, si può preparare una maschera di bellezza: si priva il carciofo delle parti esterne più dure e lo si fa frullare, con l'aggiunta di un po' di succo di limone, fino ad ottenere una morbida pastella da applicare sul viso, lasciando agire per una ventina di minuti. Questa maschera ravviva il colore e rende la pelle più morbida ed elastica.
Per la cucina:
I boccioli fiorali e la parte più interna dei gambi si utilizzano, cotti o crudi, per molte preparazioni culinarie. Le foglie entrano nella formulazione di amari, aperitivi e digestivi.
Altri usi:
I fiori di carciofo hanno la proprietà di far cagliare il latte. Il decotto delle foglie può essere utilizzato come acqua di risciacquo, per dare lucentezza e fissare il colore di stoffe tinte di scuro.

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