"... Nessuno può rivelarvi alcunché se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...

(Khalil Gibran)

mercoledì 29 ottobre 2008

RICORDI

Ci sono dei dolori che non se ne vanno.
Come un tampone ficcato nella gola.
E provo a farli uscire. Urlando per poi accorgermi che non ne sono capace.
Allora mi metto d'impegno a pensare ad altro.
Per 10 minuti.
"Accidenti, chiedo solo 10 minuti di tregua dal dolore, chiedo troppo? "
Si, evidentemente chiedo troppo perché rispunta e gli occhi iniziano a brillare, le labbra a serrarsi e spuntano quelle due rughe tra le sopraciglia.
Perché non devo piangere.
Per quale stupido motivo non devo piangere?
Perché sono grande, matura, perché riesco ad elaborare qualsiasi dolore.
E chi l'ha detto? Balle. Non è vero!
Il tempo non fa dimenticare, il tempo ingigantisce, il tempo copre con una polvere troppo sottile per non volare appena si sbattono le ciglia, il tempo io non ce l'ho e non so dove comprarlo. I soldi non sono un problema, ce
l' ho, ma non servono.
Serve l'accettazione.
Serve una resa senza condizioni e non sono pronta. No, non sono pronta. Aspetto, voglio superare gli scogli perchè il mare lo voglio vedere, voglio vedere il mare in tempesta, quello che mi fa paura e da cui scappo rintanandomi sotto la barca, voglio riuscire a superare l'onda cattiva, voglio sporcarmi la bocca di sale, voglio sentire il dolore quello vero quello che mi fa sentire viva e che non mi lascerà mai.
(Dedicato a.....)

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