Ci sono dei dolori che non se ne vanno.
Come un tampone ficcato nella gola.
E provo a farli uscire. Urlando per poi accorgermi che non ne sono capace.
Allora mi metto d'impegno a pensare ad altro.
Per 10 minuti.
"Accidenti, chiedo solo 10 minuti di tregua dal dolore, chiedo troppo? "
Si, evidentemente chiedo troppo perché rispunta e gli occhi iniziano a brillare, le labbra a serrarsi e spuntano quelle due rughe tra le sopraciglia.
Perché non devo piangere.
Per quale stupido motivo non devo piangere?
Perché sono grande, matura, perché riesco ad elaborare qualsiasi dolore.
E chi l'ha detto? Balle. Non è vero!
Il tempo non fa dimenticare, il tempo ingigantisce, il tempo copre con una polvere troppo sottile per non volare appena si sbattono le ciglia, il tempo io non ce l'ho e non so dove comprarlo. I soldi non sono un problema, ce
l' ho, ma non servono.
Serve l'accettazione.
Serve una resa senza condizioni e non sono pronta. No, non sono pronta. Aspetto, voglio superare gli scogli perchè il mare lo voglio vedere, voglio vedere il mare in tempesta, quello che mi fa paura e da cui scappo rintanandomi sotto la barca, voglio riuscire a superare l'onda cattiva, voglio sporcarmi la bocca di sale, voglio sentire il dolore quello vero quello che mi fa sentire viva e che non mi lascerà mai.
(Dedicato a.....)
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